“La Regione Puglia non ha presentato alcuna richiesta di stato di calamità al Ministero delle Politiche Agricole in seguito alla violenta grandinata che lo scorso maggio si è abbattuta sul territorio tarantino, in particolare su Castellaneta e Castellaneta Marina, Ginosa e Ginosa Marina, Palagiano e Mottola. A dirlo è lo stesso Ministero nella risposta all’interrogazione presentata dal Senatore Mario Turco. Per questo chiediamo all’assessore all’Agricoltura Emiliano quali siano i motivi per cui questa richiesta non sia ancora stata presentata e di attivare immediatamente gli uffici competenti, in modo che il Ministero possa avviare l’iter per sostenere gli agricoltori ionici”. Lo dichiara il consigliere del M5S Marco Galante, che in seguito a quella grandinata aveva presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di procedere il prima possibile con la deliberazione della proposta di declaratoria di eccezionali avversità atmosferiche al Ministero delle Politiche Agricole, strumento con il quale sarebbe stato possibile attivare aiuti e interventi compensativi per aiutare gli agricoltori.
“Le piogge e le grandinate di maggio – continua il pentastellato – hanno provocato danni enormi alle produzioni agricole, in un periodo dell’anno particolarmente sensibile per lo sviluppo delle colture, specialmente per i melograni. Ho chiesto da subito che gli uffici comunali e i servizi territoriali provinciali raccogliessero le segnalazioni degli agricoltori danneggiati, in modo da effettuare i necessari sopralluoghi per rilevare i danni e poter formulare la proposta di declaratoria al Ministero delle Politiche agricole. La Regione Puglia aveva risposto alla mia richiesta già il giorno successivo, rassicurandomi sull’avvio dell’attività istruttoria necessaria per richiedere lo stato di calamità. Peccato che da allora mentre Di Gioia ed Emiliano erano impegnati nel loro teatrino, la richiesta non sia mai stata presentata al Ministero. Una mancanza a cui bisogna porre immediatamente rimedio: gli agricoltori ionici sono in ginocchio e non possono aspettare ancora”.