E’ passato un anno circa dall’assegnazione a Mittal del gruppo Ilva, tra i più importanti d’Europa, e in verità tutto sembra nuovamente al punto di partenza. Le criticità che solo a luglio 2018 sembravano ormai superate restano interamente sul tavolo, nulla sembra essere cambiato ed anzi maggiori sembrano essere le incertezze.
Paolo Campagna, presidente di ANCE Taranto, non ha dubbi: “la delusione è su tutti i fronti”.
Ad un anno di distanza quelle garanzie istituzionali, promesse per Taranto, non esistono più – afferma Campagna – e le nubi che da sempre avvolgono quel labirinto di false partenze continuano ad essere la spada di Damocle sulla vita di centinaia di imprese e migliaia di lavoratori. Condividiamo pertanto i toni allarmati dello stesso Sindaco di Taranto, che prontamente ha richiesto si possa fare tutti subito chiarezza al tavolo del MISE.
Ed alla delusione segue lo sconcerto – commenta ancora il presidente ANCE Taranto – se si pensa che un impianto produttivo strategico per il paese, esattamente come tutta la città e i suoi insediamenti industriali, continuano a vivere non solo l’incertezza legata ad un progetto industriale privato non ancora pienamente espresso, ma anche le difficoltà di un contesto istituzionale non in grado, ad oggi, di accompagnare con la dovuta chiarezza di intenti lo stabilimento verso la definitiva uscita dall’emergenza.
Anche dal nostro osservatorio, i nuovi indirizzi di gestione e gli approcci seguiti negli affidamenti degli importanti lavori di ambientalizzazione e risanamento degli impianti, destano serie preoccupazioni. Se la strada è quella dei contraenti generali, dai quali si diramano verso il basso filiere incontrollate di subappaltatori, o quella di una competizione al ribasso sulle offerte, il rischio è quello di una progressiva marginalizzazione delle nostre imprese e di un impoverimento della nostra base imprenditoriale, già sufficientemente provata dalle tribolazioni di questi anni.
Queste criticità sono state per tempo segnalate ad ArcelorMIttal, e le rassicurazioni avute non ci lasciano affatto tranquilli ed anzi quella prospettiva di una sinergia costruttiva e produttiva, più volte annunciata, continua a restare solo sulla carta.
In questo quadro, alle nostre aspettative di risalita, continua a mancare un ulteriore tassello, la promessa scritta a chiare lettere nell’art.9 del CIS, e rimasta anch’essa confinata tra le mere aspettative, di supportare le nostre imprese nei processi di affidamento ed esecuzione degli appalti.
In quell’articolo inserito nel Contratto Istituzionale di Sviluppo c’era un’opportunità concreta per le imprese e i lavoratori dell’area di crisi di Taranto e pertanto, il lavoro allora svolto dalle parti sociali con il Tavolo Istituzionale andrebbe al più presto ripreso e portato a compimento, con indirizzi chiari e cogenti alle stazioni appaltanti del CIS e non solo.
Segnaliamo, proprio su questi temi, l’impegno che il senatore Turco sta cercando di portare avanti sulla filiera degli appalti nelle aree di crisi complessa, contributo che di certo arricchirà il percorso una volta riaperto.
L’estate è calda ma l’inverno a fronte di queste premesse rischia di essere torrido. Strategici dunque, ma non abbastanza.
Per questo come ANCE chiediamo che tutti i soggetti in campo – struttura di missione, gestione commissariale, ArcelorMittal – in un quadro di rinnovata attenzione al territorio riprendano un passo adeguato, sblocchino tutti i nodi in corso e passino ai fatti, dunque alle opere.
Con riferimento ad ArcelorMittal, attendiamo – conclude Campagna – che quella promessa sinergia con la città diventi davvero costruttiva e produttiva e a quel labirinto di false partenze si trovi finalmente una uscita che consenta alle imprese territoriali di concorrere ma con pari dignità e soprattutto nel pieno rispetto delle regole sugli appalti e sulla sicurezza.
ANCE TARANTO – Sezione Costruttori Edili di Confindustria Taranto