Oggi a Roma durante l’audizione delle Organizzazioni Sindacali presso la X e la XI Commissione della Camera (Attività Economica – Settore Industria e Lavoro) dinanzi ai parlamentari, come FIM, abbiamo rappresentato le varie problematiche presenti a Taranto così come negli altri siti ArcelorMittal.
Questioni che, in questo delicato periodo, insieme ai lavoratori diretti ed indiretti, se non risolte adeguatamente con i dovuti interventi, in primis da parte del governo centrale, potrebbero portare ad un finale purtroppo scontato e negativo della vicenda ex Ilva ora ArcelorMittal.
Tra i temi segnalati, la situazione Afo/2, la questione dell’immunità che ha bisogno di estrema chiarezza, le bonifiche da mettere in campo sul territorio di Taranto, al fine di coinvolgere per le stesse i lavoratori in Amministrazione Straordinaria che attendono la giusta ricollocazione, come da accordo del 6 settembre 2018 e relativo addendum.
Tra queste anche le opere di bonifica amianto che, stando alle dichiarazioni dei Commissari, per le quali sono stati utilizzati già 52 mln di euro, coprendo una percentuale non definita delle necessità (dati che abbiamo chiesto con maggior chiarezza ai gestori).
Non da meno, come e se questo si lega agli annunci del Governo circa la Legge per Taranto.
Abbiamo chiesto che venga applicato quanto concordato in sede ministeriale, poiché l’accordo sottoscritto, tiene insieme l’ambiente, la salute e l’occupazione con i relativi investimenti che ArcelorMittal deve continuare ad impegnarsi a fare.
Vi è un piano industriale da portare avanti, che per nessuna ragione o scusanti da parte di qualcuno, compreso ArcelorMittal deve andare avanti in maniera spedita; così come l’impegno nel rilancio dei Tubifici e del Pla a cui bisogna applicare gli investimenti dovuti finalizzati al loro riavvio per evitare che la crisi sia pagata sempre dagli stessi.
Attualmente abbiamo circa 1700 dipendenti in A.S, 1400 lavoratori interessati da procedura di Cigo ed ulteriori 1100 lavoratori se l’Altoforno n.2 dovesse essere portato a spegnimento.
A questo va aggiunto la situazione dell’appalto che continua ad avere seri problemi, con proroga di alcuni contratti che vanno non più di 3 mesi.
Auspichiamo che in questi giorni, il governo possa uscire allo scoperto, facendo chiarezza in quanto la partita di Taranto non è solo della città, ma dell’intero Paese Italia.
I lavoratori non vogliono vivere di sussidi, ma vogliono tornare a lavorare in un luogo di lavoro salubre. Le Commissioni provvederanno a chiedere l’Audizione di ArcelorMittal e del Ministro Luigi Di Maio.
Roma, 6 agosto 2019