Le parole del sindaco di Taranto Melucci riguardanti il rapporto tra fabbrica siderurgica e città meritano di essere riprese e commentate.
Per almeno tre ragioni che finiscono poi per intersecare, diciamo così, altri e non meno rilevanti aspetti politici.
La prima: occorre avere il coraggio di guardare in faccia la realtà senza girarsi dall’altra parte. Lo scollamento che si registra tra fabbrica siderurgica e città è sotto gli occhi di tutti. Non è uno scenario che si è materializzato all’improvviso ma frutto, evidentemente, di ragioni storiche e scelte sbagliate compiute negli ultimi decenni. Ma questo non è il momento di fare storiografia ma di pretendere dal governo il sostegno pieno e tangibile ad un’ipotesi alternativa di sviluppo economico. Il che si traduce nel mettere a disposizione risorse economiche cospicue e certe a favore del territorio ionico con, sullo sfondo, un quadro normativo chiaro e per nulla farraginoso.
La seconda ragione risiede in una considerazione di carattere generale ma che ben si cala nel contesto tarantino: il protagonismo delle città e dei rispettivi sindaci. Da Boston a Barcellona, da Milano a Parigi e Londra, un po’ dappertutto, su scala globale, si avverte forte la propensione delle più importanti realtà urbane a dettare la linea, talvolta anche in contrasto con l’agenda politica ufficiale del paese d’appartenenza. Si pensi, per fare un solo esempio, all’esperienza del C40, il network internazionale che riunisce molte importanti città nella lotta ai cambiamenti climatici. Ebbene, Taranto non è una metropoli ma è comunque una città che per storia e rinnovate ambizioni vuole entrare a pieno titolo nel dibattito sui grandi temi internazionali. Melucci, con il suo stile, aiuta questo sforzo per far sì che il capoluogo ionico si liberi delle zavorre di un certo provincialismo per affacciarsi sulla scena europea con vigore. L’obiettivo, condivisibile, è calamitare nuovi interessi economici e culturali.
E veniamo al terzo punto: la politica, per lasciare il segno, ha bisogno sì di visioni ma anche di fattive concretizzazioni. Portare a casa i risultati è uno dei compiti principali di chi amministra. Sotto questo profilo, fa sorridere il tentativo di taluni personaggi che si affrettano a sottolineare come certi risultati e progetti siano frutto dell’azione di chi ha amministrato in passato la città. L’azione amministrativa, infatti, non prevede soluzioni di continuità; ma, soprattutto, per i cittadini vale più il miglioramento della qualità della vita del campionato, chiamiamolo così, delle attribuzioni di meriti.
E allora, per essere concreti: l’offerta universitaria, con Medicina, migliorerà; gli interventi a difesa del decoro urbano e del rispetto delle regole realizzati dalla Polizia locale sono innegabili; la ripresa dei lavori a Palazzo degli Uffici si inserisce in questa auspicata rinascita della città di Taranto, come pure l’adozione di importanti provvedimenti di pianificazione urbanistica. L’elenco sarebbe lungo ma basta questo a segnare una svolta, un’accelerazione virtuosa dell’azione politica e amministrativa.
Ostinarsi a negarlo è, appunto, provincialismo; prenderne atto significa semplicemente esercitare onestà intellettuale per il bene della comunità tarantina.
Taranto,16 luglio 2019 Piero Bitetti
Consigliere comunale e provinciale