A sette anni di distanza dall’incidente in cui perse la vita Francesco Zaccaria, è opportuno chiedersi cosa è cambiato, cosa si sarebbe potuto evitare davanti alle condizioni meteo avverse e al rischio a cui sono stati esposti i lavoratori Arcelor Mittal in servizio ieri al quarto sporgente del porto di Taranto, insieme al gruista tuttora disperso Cosimo Massaro.
Ce lo domandiamo perché in questi anni malgrado i protocolli, gli impegni istituzionali, le proteste, il tema della sicurezza sul lavoro è diventato un fattore di secondo piano rispetto all’emergenza ambientale. Se ne parla ancora poco, e sempre in ambienti sindacali, e la salute e la vita degli operai sembra essere meno importante di tutto il resto.
Ecco perché abbiamo ritenuto urgente convocare un tavolo di crisi interno alla CGIL per coordinare azioni e iniziative con tutte le categorie coinvolte e per la tutela dei lavoratori diretti e dell’indotto.
In attesa dell’esito delle indagini svolte dalla magistratura inquirente, e dei dettagli sul rispetto delle pratiche operative messe in atto durante la tempesta di ieri, chiederemo nuovamente al Prefetto di Taranto di rivedere e adeguare il protocollo di sicurezza sul lavoro all’interno delle aree industriali e del siderurgico in particolare, valutando anche iniziative di rigorosa prevenzione in casi eccezionali (ma purtroppo sempre più frequenti) come quello di ieri.
Come CGIL non ci accontenteremo di impegni di carta, e per questo pretenderemo la definizione di un inflessibile e scrupoloso cronoprogramma di interventi per la messa a norma e la manutenzione degli impianti, la sicurezza e l’aggiornamento delle pratiche operative.