L’Associazione Marco Pannella si associa al grido di allarme lanciato per l’ennesima volta nel vuoto dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Taranto. Per anni finché ci è stato permesso abbiamo effettuato visite ispettive nel carcere di Taranto come un quelli di tutta Italia, denunciando tramite interventi e interrogazioni lo stato di illegalità in cui versa. Non solo il più sovraffollato di Italia, ma in barba alla legge anche le condizioni di totale assenza di reinserimento, recupero, e persino dello spazio fisico necessario. Regolamento penitenziario totalmente non rispettato. Ora senza ragione per la prima Volta nella storia e per il primo carcere di Italia ci è stato vietato l’accesso per la visita ispettiva. Questo dopo che ne facevamo richiesta ufficiale tramite l’onorevole Riccardo Magi a seguito del terzo suicidio inspiegabile avvenuto all’interno in pochi mesi. L’ultimo dentro una cella bianca. Non è mai successo prima d’ora che ci venisse negata una visita ispettiva. Possiamo farle ovunque tranne a taranro. E non ci è stata fornita neppure la motivazione. Eppure i detenuti continuano a scriverci per segnalarci le gravi irregolarità che subiscono, lo stato pietoso in cui sono ristretti, le gravi carenze, e anche solo per chiederci conforto. Siamo dispiaciuti dal non poter trascorrere con loro l’estate come sempre fatto, ma soprattutto siamo allarmati per quello che sta succedendo nel carcere di Taranto e dal quale ci stanno mettendo allo scuro. Continueremo a chiedere alle autorità preposte perché l’accesso, solo qui, ci viene vietato, nel frattempo ribadiamo a detenuti e detenenti, al personale civile e a tutte le brave persone che effettuano nel massimo della professionalità il loro lavoro nel carcere di Taranto, che anche qui da fuori siamo sempre in lotta per loro.
Associazione Marco Pannella