«I casi dell’ex Ilva – attuale ArcelorMittal Italia -, insieme alla gestione di Ilva in Amministrazione Straordinaria, con le loro diverse problematiche, continuano ad accentrare l’attenzione dell’opinione pubblica. A quasi un anno di distanza dall’accordo siglato al Mise il 6 settembre 2018, con cui si è sancito il passaggio del gruppo Ilva in AS ad ArcelorMittal Italia, oggi purtroppo si parla ancora di vertenza». Queste le parole del Segretario Regionale della Fim Cisl Puglia, Gianfranco Gasbarro all’indomani del riuscito sciopero di 24 ore consumatosi a Taranto.
«Certamente – continua Gasbarro – avremmo preferito in queste settimane concentrare ogni nostro sforzo sindacale in verifiche di attuazione dell’accordo e magari nella contrattazione, con la realizzazione di una piattaforma integrativa. Invece siamo quasi al punto di partenza con posti di lavoro a rischio e bonifiche ambientali (quelle in capo ad Ilva in AS) da effettuare e non ancora partire. Ragion per cui nella giornata di ieri insieme a Fiom, Uilm e Ugl abbiamo deciso di bloccare lo stabilimento di Taranto. Non accettiamo la cassa integrazione calata, come un fulmine a ciel sereno, da ArcelorMittal Italia per i lavoratori dello stabilimento di Taranto. Ragion per cui ribadiamo all’azienda di rivedere la sua posizione sulla Cigo. È inaccettabile, nonostante il calo della domanda di acciaio, mettere in cassa per 13 settimane 1.395 lavoratori su una forza lavoro di circa 8.250 unità. Ci sono altri modi per fronteggiare il calo della domanda di acciaio. All’azienda, inoltre, chiediamo il rispetto dell’accordo sottoscritto, con il completamento delle assunzioni da Ilva in AS. Aprire una procedura di Cigo senza aver completato gli organici previsti è davvero imbarazzante.»
Attenzione verso i lavoratori di Ilva in AS che per la Fim Cisl rimane sempre alta. Diversi i solleciti inviati alla Regione, ma ad oggi tutto è ancora fermo.
«Serve maggior impegno da parte della Regione Puglia in termini di formazione ai cassintegrati. Dopo l’annuncio dei mesi scorsi – spiega Gianfranco Gasbarro – è necessario che il presidente Michele Emiliano e l’assessore allo Sviluppo Economico Mino Borraccino, diano seguito ai corsi di formazione a beneficio del personale in cassa integrazione, non si può in ogni occasione pensare di strumentalizzare e fare propaganda, così si mortificano le persone e i lavoratori, non è accettabile. Per iniziare a parlare di sviluppo è necessario che ognuno faccia la propria parte. È inaccettabile che a pagare continuino ad essere i lavoratori».
Infine, l’appello al Governo e al Ministro Luigi Di Maio: «Meno propaganda e più fatti. Per un rilancio ecosostenibile dell’ex Ilva è importante tener fede agli accordi e agli impegni assunti. Non servono tavoli per fare passerella e recuperare consenso sulla pelle dei lavoratori. La revisione dell’immunità inserita nel decreto Crescita – conclude Gasbarro – sta creando solo una situazione di incertezza e fornisce l’alibi all’azienda».
Taranto, 5 luglio 2019