Le brutali aggressioni e le violenze psicologiche e fisiche a danno di Antonio Cosimo Stano, deceduto il 23 aprile al nosocomio di Manduria, risultano essere “concausa” della morte del pensionato manduriano. A confermarlo è il risultato dell’esame autoptico. L’analisi della documentazione clinica e gli elementi – audio, video – acquisita dalle due Procure che si stanno occupando dell’indagine, hanno concluso la correlazione tra le condotte degli indagati e la comparsa della patologia di cui era affetto – ulcera duodenale – determinando il ricovero tardivo di Stano, poiché spaventato dalle condotte dei suoi aggressori. La morte di Stano è stata generata da uno “shock settico post-peritonite da perforazione di ulcera peptica duodenale”, ovvero dal conseguente ed irreversibile arresto cardiocircolatorio, come si legge dalla nota ufficiale della polizia di Stato. Le continue vessazioni, i blitz nella sua abitazione nel cuore della notte, le ripetute azioni di violenza consumate per un divertimento sadico, sono da considerarsi – secondo gli accertamenti clinici autoptici – correlati alla morte dell’uomo “L’esito della consulenza tecnica chiarisce l’esistenza di un nesso di concausa tra il quadro clinico che ha interessato il povero uomo e le ripetute vessazioni cui il medesimo è stato sottoposto”.
Nella nota della polizia si sottolinea che le indagini continueranno anche nell’ambito familiare e sociale in cui l’uomo viveva, per capire come mai, un uomo più e più volte aggredito, sotto gli occhi di molti, non sia stato aiutato ad uscire da quel vortice di violenze che lo ha condotto alla morte “Ulteriori approfondimenti investigativi sono condotti al fine di determinare le responsabilità di quanti, più o meno prossimi all’ambiente familiare della vittima, hanno omesso di intervenire a sostegno di quest’ultima, come pure di quanti, diversamente, hanno agito invece al precipuo scopo di favorire gli indagati nel sottrarsi alle loro penali responsabilità.”