Ad esito di indagini condotte dal PM Dr. Epifani e coordinate dal Procuratore Dr. Capristo, personale della Polizia di Stato della Questura di Taranto e del Servizio Centrale Operativo di Roma ha dato esecuzione nella serata di ieri ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale ordinario nei confronti di due soggetti maggiorenni, già in atto detenuti per ipotesi di tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio aggravati consumati in danno di STANO Cosimo Antonio, ed oggi ulteriormente accusati (in concorso con due soggetti minori) di analoghe scorribande consumate in danno di altro soggetto affetto da insufficienza mentale grave.
Si tratta di un episodio consumato il giorno 1 aprile scorso, allorquando, in ore notturne, attirata questa seconda vittima all’esterno della sua abitazione, per “puro passatempo” la colpivano violentemente con calci e pugni, fino a provocargli l’avulsione dei denti incisivi.
L’episodio, emerso dalla disamina di un ulteriore video rinvenuto nel telefono di uno degli indagati (colui che ha ripreso l’intera scena e che unitamente ad altro minore è stato destinatario della misura del collocamento in comunità), è stato ricostruito grazie ad accertamenti compiuti dalla Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo, che attraverso l’analisi di tabulati prima ed i rilievi (analisi morfologica) più tecnicamente avanzati operati dal Servizio di Polizia Scientifica (sezione indagini elettroniche) poi, hanno consentito di risalire all’identità dei responsabili.
Ad aver confermato l’episodio la stessa vittima, nonché il fratello e la badante del medesimo. Quest’ultima, in particolare, ha dichiarato un mese più tardi rispetto ai fatti che da circa sette anni, durante la notte, un gruppo di ragazzi si divertiva a disturbare il proprio assistito, suonando al campanello della sua abitazione. All’ennesima azione di disturbo (peraltro posta in essere in piena notte), l’uomo, ormai stanco ed infastidito, si era portato in strada affrontando il gruppo di molestatori. Uno di questi, prima di fuggire, lo colpiva violentemente al volto, cagionandogli la rottura di quattro denti dell’arcata inferiore. Seppure accortasi che l’uomo era sanguinante al volto, la badante non aveva ritenuto in un primo momento di richiedere l’intervento delle Forze dell’ordine. La stessa vittima, forse per timore, aveva preferito inizialmente non confidare neppure al proprio fratello quanto accadutogli, riferendo a quest’ultimo che i denti gli erano caduti durante la consumazione di un pasto. Solo dopo qualche giorno il congiunto avrebbe appreso da un proprio conoscente che il fratello disabile era stato in realtà aggredito e che per tale ragione aveva perciò subito la perdita del dente; circostanza ammessa dalla vittima, che a quel punto ha raccontato che qualche settimana prima alcuni giovani che già da tempo, nelle ore notturne, si recavano davanti alla sua abitazione per molestarlo, avevano bussato alla sua porta e lui era uscito sull’uscio per affrontarli, ma due di loro lo avevano trascinato giù dai gradini sino al marciapiede facendolo cadere, per poi colpirlo violentemente al volto provocandogli la rottura del dente.
Le lesioni riportate dalla vittima sono state successivamente confermate da un medico dentista che ha accertata un’avulsione dentaria e la mobilità di altri tre denti, ne riscontrava pure l’origine traumatica e la natura di lesione permanente.
I successivi approfondimenti investigativi disposti dalla Procura della Repubblica di Taranto hanno infine consentito di individuare gli autori dell’aggressione.