Gentile Ministro,
nel precedente incontro a Taranto del 24 aprile 2018 – dopo il mio intervento il cui sollevavo il paradosso che il MISE avesse fatto ricorso contro il Ministero dell’Ambiente per non applicare il principio “chi inquina paga” a Statte – lei aveva detto che aveva bisogno di informazioni.
Quelle informazioni vengono inviate con questa email.
Lo scorso anno il suo ministero non voleva adempiere all’obbligo di bonifica del terreno di Statte, contamitato da diossina e da altre sostanze.
I commissari di allora avevano avviato un ricorso contro il Ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia, la Provincia di Taranto e il Comune di Statte, oltre che contro il Commissario straordinario per le bonifiche, l’Asl e l’Arpa. La questione era talmente paradossale che PeaceLink aveva ufficialmente incontrato il Prefetto di Taranto portando l’estate scorsa tutta la documentazione che – tramite il Prefetto stesso – sarebbe stata portata ufficialmente all’attenzione di tutti i ministri competenti.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di focalizzare questa storia davvero kafkiana in cui lei si trova oggettivamente in conflitto con il ministro Costa nell’applicazione del principio europeo “chi inqina paga”.
Dove è Statte e perché è importante
Statte è un Comune alle porte di Taranto. Tra Taranto e Statte sorge lo stabilimento siderurgico. Statte è un area agricola molto importante che attualmente è bloccata per via della contaminazione riscontrata.
L’inquinamento che ha bloccato le attività agricole
Dopo aver ricontrato superamenti dei parametri di inquinamento nei terreni in più punti, Il sindaco del comune di Statte ha disposto (ordinanza n. 62 del 24/10/2017):
- il divieto di aratura
- il divieto di contatto diretto con il terreno
- il divieto di produzione primaria di alimenti di quasiasi natura in quanto i terreni sono contaminati in maniera “inaccettabile” (determinazione dirigenziale Regione Puglia n. 124 del 26/5/2017).
Si vada l’ordinanza sindacale scaricabile da https://www.peacelink.it/ecologia/docs/5220.pdf
L’analisi di rischio è stata approvata con verbale in sede di Conferenza dei Servizi del 28/3/217.
La determinazione dirigenziale della Regione Puglia
Nell’ordinanza del Sindaco di Statte si legge che si è ritenuto necessario “adottare ogni misura utile ad evitare che il rischio associato alla contaminazione “inaccettabile” – accertata giusta Determinazione Dirigenziale Regione Puglia n. 124 del 26/05/2017 – aggravi il già sussistente pericolo per la salute pubblica”. Nell’ordinanza si legge inoltre che “è altamente probabile, se non proprio certo, che le sostanze i cui valori sono risultati al di sopra delle CSC consentite “trasmigreranno nel ciclo produttivo alimentare”. Da qui derivano una serie di obblighi di informazione verso “i fruitori, gli avventori, gli addetti alle operazioni agricole” e anche di divieti di “produzione primaria di alimenti”. La salubrità dei prodotti agricoli – precisa l’ordinanza – deve essere attestata da “accertamenti analitici”.
L’individuazione del soggetto responsabile della contaminazione
A bonificare doveva essere il MISE, essendo stato individuato nella Conferenza dei servizi come soggetto responsabile della contaminazione l’azienda ILVA spa, gestita dai Commissari. La documentazione – consegnata lo scorso anno al Prefetto – attesta come i commissari abbiano fatto ricorso al TAR per evitare che all’ILVA SPA venisse attribuita la spesa della bonifica, essendo l’ILVA individuata come soggetto responsabile dell’inquinamento e pertanto tenuta a pagare i costi della bonifica ai sensi dell’art.244 del dlgs 152/2006. Per la contaminazione riscontrata a Statte è stato applicato l’articolo articolo 244 del decreto legislativo 152/2006 che richiedeva “l’individuazione delle responsabilita’ in ordine all’inquinamento riscontrato”. La responsabilità di tale individuazione è la Provincia.
I ricorsi al TAR
I ricorsi dell’ILVA (allora gestita dai Commissari) al TAR Lecce sono il 1067/2017 e 2951/2018.
I Commissari fecero ricorso persino contro il Ministero dell’Ambiente, oltre che contro Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Statte, Arpa Puglia, ASL di Taranto e Commissario Straordinario per le bonifiche.
Il divieto di consumo dei prodotti agricoli di Statte e la necessità di una bonifica integrale dei terreni
Lo scorso anno l’associazione Peacelink ha reso nota tutta questa vicenda portando all’attenzione dei media e del Prefetto l’inquinamento dei terreni con conseguenze anche per i prodotti agricoli il cui consumo è stato vietato con ordinanza del sindaco di Statte.
Il sindaco di Statte, Franco Andrioli, ha dichiarato che il Comune ha messo già in cantiere un piano da 6 milioni per la bonifica dell’area. Ma non basta.
Peacelink è intervuta per ricordare che compito della bonifica spetta al MISE. Per la bonifica delle campagne di Statte (e delle falde) occorrono somme di gran lunga superiori. E occorre inoltre risarcire i danneggiati.
Le richieste di PeaceLink
Si chiede pertanto che il MISE (da cui i Commissari dipendevano) ritiri i ricorsi verso il Ministero dell’Ambiente e gli enti locali, eseguendo le bonifiche dei terreni di Statte, così come previsto dalla legge.
Si allega la documentazione.
Distinti saluti
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink