Oltre alle leve economiche concernenti tutti i settori produttivi con gli investimenti finanziari attivati e da attivare, il Tavolo Istituzionale Permanente con la sua programmazione e dote finanziaria di oltre un miliardo di euro, che auspichiamo possa essere portato completamento nel più breve tempo possibile, rilanciare in modo definitivo lo sviluppo di questo territorio, significherà anche interagire socialmente mediante una politica inclusiva, più prossima alle persone, scevra da istinti personalistici, capace di confrontarsi apertamente anche con i soggetti della rappresentanza sociale, per essere vicina alle necessità di giovani, lavoratori, disoccupati, pensionati, immigrati, donne, famiglie.
Servono, sempre più, ai vari livelli, scelte politiche per il sociale responsabili e condivise che mirino al benessere delle persone e delle comunità e rendano esigibile un welfare moderno, come avviato sul territorio con i Piani sociali di zona, che possa includere i cittadini più bisognosi e in particolare i non autosufficienti che, risultano in continuo aumento.
Le assemblee pubbliche svolte in questi mesi sul territorio, per portare all’attenzione le richieste del sindacato confederale unitario nei confronti del Governo e che il 22 giugno p.v., troveranno ulteriore evidenza nella manifestazione nazionale unitaria sul Mezzogiorno a Reggio Calabria, hanno sottolineato che c’è bisogno, altresì, di un forte sistema di protezione e quindi di un welfare sociale e sanitario più prossimo alle periferie ed alle fasce più deboli della società.
Un welfare che percorra, sempre più, una lotta senza quartiere alla povertà, che si occupi del decoro e della riqualificazione delle città e dei quartieri che affronti e risolva le difficoltà di un servizio trasporti locali da migliorare, che contrasti la devianza sociale, l’abbandono scolastico di ragazzi in età scolare, che traguardi una sanità efficiente e un sistema socio-sanitario territoriale caratterizzati dall’appropriatezza.
C’è necessità, ai vari livelli, di una politica sempre disponibile al dialogo, alla contrattazione sociale intesa in tanti casi solo come convocazione rituale delle parti ma che richiederebbe maggiore attenzione allo stato sociale o protezione sociale, appunto per il reciproco ruolo decisorio che compete nella programmazione e nella destinazione delle risorse finanziarie.
I disagiati e i bisognosi oggi non sono più solo i disoccupati o gli inoccupati, bensì anche quelli che hanno un lavoro retribuito con pochi euro al giorno, con pressoché zero tutele e zero diritti e, perciò, costretti a marginali condizioni di vita sociale ed agli odiosi ricatti dei caporali.
Serve corresponsabilità ma anche una governance tra Istituzioni, Governi locali, territoriali e nazionale, senza escludere nessuno, caratterizzata da proposte e programmi concreti, per non lasciare indietro nessuno; ma mai come oggi il nostro è un territorio in cui oggettivamente le criticità sociali, ambientali, economiche, infrastrutturali sono tante e diffuse.
Questi sono, anche, i rischi che ognuno corre tutti i giorni, le paure, la sfiducia e le ansie che segnano la vita di tante persone; porre al centro la persona è essenziale, allora, per comprendere che la solidarietà, la prossimità è partecipazione, dignità, speranza e condivisione.
Questioni queste che la Cisl ai vari livelli approfondirà con le Conferenze organizzative 2019 regionali – in Puglia il 21 giugno p.v. a Bari – e in quella nazionale nella prima settimana di luglio, a Roma.
Ruolo chiaro quello della Cisl, ispirato alla Dottrina sociale della Chiesa, di sindacato di prossimità, utile per affermare il valore della persona, del dialogo sociale e della partecipazione.
Quindi, ribadiamo, c’è bisogno di solidarietà diffusa, di una vera alleanza sociale territoriale che, in molti casi, diventa un sistema efficace per far emergere le situazioni di disagio, disuguaglianze e disparità sociale, per poi intervenire.
L’impegno già profuso dalla Cisl Taranto Brindisi, insieme con le proprie Federazioni di categoria come con gli Enti e le Associazioni, da subito sarà ancor più incalzante nel merito e, al contempo, ulteriormente più spinto sarà il confronto con pubbliche Amministrazioni ed Istituzioni.
Ciò non solo per le vertenze contrattuali ma anche per quelle sociali, potenziando anche i presidi delle nostre sedi sindacali nelle periferie e nei quartieri che oggi soffrono la distanza non solo chilometrica dal centro delle città, puntando al sempre maggiore radicamento ed al più diffuso dialogo ed ascolto delle persone.
Antonio Castellucci