La sigaraia più famosa della storia dell’opera lirica e la cortigiana parigina più celebre della letteratura musicale, tra lussi e piaceri della vita. Due donne forti, eroine dal valore simbolico ed eterno, saranno le protagoniste dei capolavori operistici che caratterizzeranno l’edizione 2019 del Festival Oltre Lirica, presentata ieri nella Mediateca Regionale di Bari. «Carmen» di Georges Bizet (7 luglio) e «La traviata» di Giuseppe Verdi (21 luglio) saranno i due titoli proposti dal festival pugliese, che nel cuore di luglio porterà la grande opera lirica nello scenario naturale delle Cave di Fantiano, a Grottaglie (via XXV luglio, Contrada Fantiano). Già lo scorso anno, nel giugno 2018, in quella scenografia magica immersa nella roccia, andava in scena «Tosca» di Puccini, coinvolgendo un pubblico di oltre 1300 appassionati. Biglietti in vendita sul circuito liveticket.it e all’infopoint di Grottaglie, all’interno del Castello Episcopio (infotel: 099.562.38.66).
Adesso l’obiettivo dell’associazione An.G.Eli Eventi, che organizza Oltre Lirica, è di proseguire su quel solco, dotando la Puglia e il meridione di un festival lirico che possa accogliere in un territorio così suggestivo uno spettacolo unico nel suo genere. Il festival è sostenuto dal Comune di Grottaglie, da vari sponsor privati ed ha il patrocinio dell’Assessorato all’Industria turistica e culturale, Gestione e valorizzazione dei beni culturali della Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese.
Si partirà domenica 7 luglio con Carmen di Georges Bizet, l’opéra-comique in quattro quadri, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée (1845). La direzione dell’Orchestra e Coro di Oltre Lirica è affidata a Gianna Fratta, tra i migliori talenti pugliesi della bacchetta, con la regia di Lev Pugliese. Nel cast principale Carmen sarà interpretata da Angela Cuoccio, Don José da Gianni Leccese, Escamillo da Francesco Baiocchi, Micaela da Cristina Giannelli. Carmen è una storia intensa e passionale in cui amore e morte si intrecciano a Siviglia, città nella quale una sigaraia sensuale e passionale ammalia un soldato devoto all’arma e alla patria. È un’opera cardine di fine ‘800 (la prima, a Parigi, andò in scena il 3 marzo 1875), ma resta un capolavoro senza tempo. seppur con un luogo e un’ambientazione ben precisa: la Spagna diventa una cornice fondamentale della vicenda, un “personaggio” attivo nelle passioni della protagonista Carmen. Con il suo folklore e le tradizioni l’opera di Bizet si carica di una teatralità naturale e un forte carattere, che pervadono musica e scene. Per questo diventa un’opera sempre ricca di energia ed emozioni, un flamenco tra riti religiosi e feste inebriate, segreti e passioni, gelosie e risate, vino e fuoco, sabbia e sangue.
La chiave di lettura sta nel triangolo di base tra Carmen, Don Josè e la Spagna: la sigaraia è il perno fondamentale, è lei a muovere le pedine a suo piacere, a condurre il gioco, come un serpente a sonagli, che illude con il suo fascino, per poi scagliarsi e colpire la vittima. In tal caso la vittima prescelta sarà lo stesso Don Josè, anche se alla fine, a soccombere, sarà la stessa Carmen.
L’opera di Bizet apre inevitabilmente alla riflessione di temi molto scottanti e purtroppo attuali come il femminicidio. Per questo motivo gli organizzatori realizzeranno la produzione in stretta collaborazione con «Io sono Mia», associazione di promozione sociale nata a Bitonto nel 2013 che ha come fine la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. L’associazione ha attivato nel 2015 uno sportello informativo per le donne vittime di violenza e da novembre 2018 gestisce il centro antiviolenza «Io sono Mia», autorizzato al funzionamento ai sensi della legge regionale.
In quasi sei anni di attività «lo Sono Mia» si è distinta a livello nazionale e regionale per l’attento quanto innovativo lavoro di prevenzione svolto nel suo territorio, attraverso l’uso di strumenti culturali e artistici quali flash mob, slow mob (termine coniato dall’associazione per definire una nuova tipologia di evento artistico di piazza), eventi teatrali, spettacoli teatrali, installazioni artistiche, performance di strada, fiabe rovesciate, rassegne e laboratori per genitori e bambini, corsi di formazione nelle scuole, manifestazioni di piazza. Nel 2017 l’associazione – presieduta da Ivana Stellacci e diretta artisticamente da Elisabetta Tonon -, è entrata nella rete nazionale di «Educare alle differenze», tra le socie fondatrici. In occasione del Festival Oltre Lirica, «Io Sono Mia» svolgerà un’azione di sensibilizzazione nel territorio di Grottaglie sui temi del femminicidio che emergono dalla Carmen, tramite uno slow mob per le strade principali della città, a pochi giorni dall’evento.
Domenica 21 luglio Oltre Lirica vivrà la sua seconda tappa alle Cave di Fantiano con un altro capolavoro operistico: «La traviata» di Giuseppe Verdi trasformerà l’immaginifico scenario naturale nella corte e nell’ambiente ammaliante di Parigi. E se il titolo originale dell’opera, nell’idea primigenia di Verdi, doveva essere «Amore e Morte», a posteriori si può ben dire che l’intervento della censura veneziana dell’epoca fece un favore al compositore di Busseto, permettendo di adottarne uno ben più forte. Nella produzione di Oltre Lirica, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Festival sarà il direttore statunitense Dennis Assaf, con la regia del Sovrintendente dell’Opera Romana di Craiova Antoniu Zamfir. Violetta Valéry sarà interpretata dal soprano rumeno Renata Vari, Alfredo Germont dal tenore spagnolo David Baños, Giorgio Germont da Francesco Baiocchi.
«Le camelie – spiega Zamfir – erano il fiore preferito e inseparabile di Marguerite Gautier, la protagonista del romanzo La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio, da cui Francesco Maria Piave trasse ispirazione per scrivere il libretto de La Traviata, melodramma in tre atti magistralmente musicato da Verdi. All’inizio di quest’opera lirica, Violetta Valéry porge una camelia ad Alfredo Germont in risposta alla sua dichiarazione d’amore, con la promessa che i due si rivedranno quando sarà appassita. La simbologia della camelia nell’opera di Piave/Verdi è intrecciata strettamente alla storia della protagonista. Dallo studio della simbologia di questo fiore, è nata l’idea registica che ha influenzato la scelta dell’allestimento scenografico e dei costumi. I colori, le forme, i significati portati in scena richiamano a questa passione misteriosa di Violetta per le camelie, al loro legame profondo e osmotico.La sublime danza del petalo e del calice che percorrono il ciclo vitale congiuntamente, arrivando addirittura a distaccarsi insieme dalla pianta, nella cultura orientale rappresentano alla perfezione la persistenza dell’amore e la devozione reciproca. Petali e calice, infatti, si distaccano insolitamente insieme dalla pianta dopo che il fiore è appassito, invece di scivolare a terra un petalo dopo l’altro. A seconda del colore, il significato della camelia trasmette, inoltre, un messaggio diverso, ma tutte le tonalità rappresentano l’Amore. Metafora del suo sentire, del suo vivere, del suo essere, la camelia è la quintessenza di questo affascinante personaggio e della nostra lettura della sua storia».