Le vicende storico-politiche ed economiche del nostro territorio hanno fatto sì che, nella gestione attuativa delle trasformazioni urbane e territoriali più che nelle scelte di piano, siano prevalsi comportamenti scarsamente organici. L’attenzione si è rivolta principalmente all’aspetto edificatorio, con un confronto anche aspro tra interessi soggettivi e limiti imposti dalla pianificazione, a danno dell’impegno finalizzato alla realizzazione di servizi e infrastrutture.
Il Sindaco Melucci al suo insediamento ha prefigurato, un nuovo disegno futuro per la città, un obbligo “…più morale che giuridico”. L’approccio è stato quello di un intervento non più calato dall’alto ma che vede la comunità cittadina per la prima volta interprete del cambiamento.
L’ultimo piano regolatore di Taranto risale agli anni ’70. Considerava il suolo in termini di quantità come risorsa inesauribile. Ora cambia la forma e la sostanza, le scelte diventato partecipate dai cittadini e quindi assumono anche un significato economico. La partecipazione è stata garantita da una sorta di dialogo su tutti i temi della città con attenzione alla famiglia, il sociale, il centro storico di Taranto, la periferia, le aree demaniali, il porto, le attività produttive, la grande industria, l’università, il mare e la campagna. Il Comune ha promosso una serie di Conferenze Pubbliche e d’iniziative con i portatori di interesse, con gli ordini professionali e quindicimila schede giunte nelle case dei tarantini attraverso le scuole di Borgo, Paolo VI, Talsano-Lama-San Vito che insieme alla Città Vecchia costituiranno il laboratorio sociale e urbanistico sul quale immaginare la Taranto che verrà, quella vision sulla quale dovrà essere elaborato il nuovo piano urbanistico generale.
Tutto questo lavoro ha costituito il contenuto del (DPP) Documento di Programmazione Preliminare oggi approvato all’unanimità in consiglio comunale; un testimone passato dalle mani dell’Architetto Sergio Scarcia a quelle del collega Ubaldo Occhinegro e recentemente in quelle dell’Architetto Augusto Ressa: sarà il cuore applicativo del nuovo Piano Urbanistico Generale. Un atto atteso da quando la Regione disciplinò con la Legge 20/2001 gli strumenti di pianificazione del territorio. Diciassette anni di ritardo.
Si riparte da qui: “Riconoscimento dei valori e delle risorse territoriali”, il caposaldo del nuovo piano urbanistico. Riqualificazione dell’esistente, contenimento del consumo di suolo, tutela attiva dell’ambiente, del paesaggio e dei beni culturali contenuti nell’atto di indirizzo per la redazione del Documento Programmatico Preliminare.
Taranto non dovrà più dipendere, anche da un punto di vista urbanistico, dalla presenza industriale. Riscoprendo il suo carattere identitario di “città di mare sul mare”. Sarà L’elemento d’identità intorno alla quale sviluppare la nuova Taranto, l’arcipelago di isole con la presenza militare, l’interfaccia con il porto, il ripensamento delle aree demaniali dismesse, la valorizzazione del mare anche come elemento della mobilità sostenibile. Con una particolare attenzione ad attività storiche come la pesca e contesti come il Mar Piccolo, il Galeso, la Palude La Vela.
Un’ attenta riflessione sull’area di Lama-Talsano-San Vito: il “cuscinetto” urbano che collega la città alla litoranea e alle isole amministrative, altra risorsa che può costituire un valore aggiunto in una equilibrata visione di sviluppo delle risorse naturali e paesaggistiche.
Una identità ed una visione che nascono da un patto tra amministratori, cittadini e altri partner per realizzare una strategia condivisa.
Nel mosaico delle azioni e degli interventi una tessera fondamentale è quella della mobilità sostenibile. Le risultanze delle primissime attività svolte dal professor Stefano Ciurnelli fanno leva sulle novità che sono intercorse negli ultimi anni:
i parcheggi di scambio di Croce (non ancora ultimato) e Cimino, la pur controversa pista ciclabile di viale Magna Grecia, le nuove corsie preferenziali dei bus (viale Liguria e via Principe Amedeo).
In continuità con il grande lavoro di pianificazione svolto sinora, dovrà muoversi quello della qualificazione urbana per migliorare l’aspetto ed il funzionamento della città e la qualità della vita dei suoi abitanti.
Il piano del verde della green town, Il piano dell’illuminazione pubblica e delle luci, quello del verde e, più in generale dell’arredo urbano. Non ultimo il Piano per il Superamento delle Barriere Architettoniche.
E’ il momento di raccontare positivamente e compiutamente il paesaggio unico di Taranto a chi riceve messaggi distorti della città, bisogna insistere sulla storia di Taranto e sul suo ruolo nel Mediterraneo, bisogna finalmente mostrare quanto sappia essere accogliente ed attrattivo il capoluogo ionico. Serviranno competenze, capacità di ascolto, dialoghi costruttivi. Qualità che la città deve saper mettere in luce. La vera sfida da vincere.
Taranto, 6 giugno 2019
Movimento Civico Massa Critica Ionio Alfredo Venturini presidente