Le associazioni “Genitori tarantini-Ets” e “LiberiAmo Taranto-Aps”, promotrici della petizione “Chiudiamola qua!”, sono state ricevute questa mattina dalla Commissione Ambiente del comune di Taranto.
I delegati delle due associazioni (Aurelio Rebuzzi e Massimo Castellana per “Genitori tarantini”, Monica Altamura e Maria Aloisio per “LiberiAmo Taranto”) hanno stigmatizzato l’eccessiva dilatazione dei tempi che hanno portato, dopo oltre 7 mesi dalla presentazione delle firme, all’incontro di oggi.
Dopo aver appreso delle modifiche che porteranno a breve da 500 a 1500 il numero minimo di firme per la presentazione di una petizione nel nostro comune (firme che dovranno essere anche autenticate), i delegati hanno accolto il suggerimento dei consiglieri di opposizione di portare la petizione al prossimo “Question time” previsto in Consiglio comunale per il 17 giugno, con la presenza di almeno un rappresentate per ogni associazione promotrice dell’iniziativa popolare. In un loro intervento condiviso, i delegati hanno voluto evidenziare la sufficienza con la quale il Sindaco ha annunciato l’istituzione di un Osservatorio permanente sulla Salute (OPS) da riunire (parole sue) con sufficiente ricorrenza, una misura temporale che non ha alcun significato, a ben vedere. Cosa significa “sufficiente ricorrenza”? Una volta al mese? A trimestre? A semestre? La salute è un bene primario, un diritto fondamentale, una inderogabile necessità. Per questo, le due associazioni, attraverso i propri delegati, hanno chiesto che a questo tavolo siedano, oltre alle Istituzioni, anche le associazioni legalmente riconosciute, in rappresentanza dei cittadini, primi destinatari delle decisioni dell’OPS. Questo OPS dovrà avere cadenza almeno trimestrale. In più, sul sito del Comune di Taranto si invitano i cittadini a scrivere all’indirizzo mail osservatorio@comune.taranto.it, ma sembra che da questo indirizzo nessuno risponda.
Tra gli altri punti riportati alla Commissione Ambiente, la proposta di controlli sanitari periodici per dipendenti ex-ILVA e ENI, loro famigliari e cittadini di Taranto, a campione, con particolare attenzione per l’eventuale presenza di piombo nel sangue e nelle urine. Anche un Osservatorio della mortalità, con dati realmente aggregati che possano portare ad individuare eccessi nei quartieri più prossimi all’insediamento industriale (Tamburi, Paolo VI, Città vecchia) rientra tra le proposte delle due associazioni, al pari della richiesta di avviare, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL tarantina, uno studio per la Valutazione preventiva del Danno Sanitario che calcoli, attraverso l’analisi dei diversi scenari possibili (a partire dall’entità della produzione di acciaio) quando si avrà, e di quale gravità sarà, il picco dei tumori.
Ass. Genitori tarantini – Ets
Aps LiberiAmo Taranto