Un serie di laboratori, che hanno come obiettivo quello di promuovere il dialogo interculturale, sviluppare competenze interculturali e favorire una coscienza civica e comportamenti solidali.
Ne mancano soltanto altri due e poi il progetto “La biblioteca vivente e Cittadini del Mondo”, rivolto alle scuole del luogo, si concluderà. E’ organizzato dal centro Sprar Koinè (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), gestito dal Circolo Arci “SvegliArci”.
“Tale progetto – come spiega la coordinatrice locale dello Sprar, Angela Surico – mira a sviluppare negli alunni non solo un’apertura verso l’altro, ma anche una coscienza civica educando ad agire in maniera responsabile secondo valori etici. Ha l’intento di creare dei rapporti umani autentici che vanno aldilà delle differenze di nazionalità, condizione sociale o colore della pelle. Un modo del tutto nuovo di raccontare ai bambini storie di rifugiati e, dunque, di persone in fuga con un vissuto molto pesante e che subiscono molte volte una doppia violenza: quella del luogo da cui fuggono e quella dovuta al pregiudizio e alla mancanza di conoscenza e comunicazione nel luogo in cui arrivano”.
A tenere i laboratori è Bastien Fillon, laureato in Gestione di progetti interculturali e in Coordinazione di progetti di solidarietà internazionale. Lavora da dieci anni nel campo della solidarietà internazionale. E’ presidente dell’associazione AfricaFaim e Sensibiliz’Action, in Francia e gestisce progetti internazionali sui temi dei diritti umani (Sri Lanka, Haiti, Senegal). E’, inoltre, formatore europeo, specializzato in sensibilizzazione attiva, educazione non formale, partecipazione cittadina e interazione negli spazi pubblici.
“Il dialogo interculturale – ci spiega Fillon – ha un ruolo importante da svolgere poiché ci offre, da una parte, la possibilità di prevenire le scissioni etniche, religiose, linguistiche e culturali e, dall’altra, di progredire insieme e riconoscere le nostre diverse identità in modo costruttivo e democratico, sulla base di valori universali condivisi”.
“La Biblioteca Vivente” è nata come esperienza di dialogo interculturale. Consente di sperimentare sulla propria pelle il superamento del pregiudizio nei confronti del “diverso”. Funziona come una qualsiasi biblioteca: ci sono i libri da prendere in prestito, il catalogo e una sala lettura con sedie e tavoli per la consultazione e, infine, lettori e lettrici. La particolarità consiste nel fatto che “i libri” sono persone in carne e ossa che si raccontano, svelando aspetti della propria identità.
Ogni lettore può prenotare “un libro” a scelta dal catalogo per una conversazione di circa mezz’ora, durante la quale i libri raccontano la propria esperienza di vita. I beneficiari del progetto, quindi, sono i “libri parlanti”, i bambini, gli alunni.