Il club per l’UNESCO di Taranto ha celebrato nei giorni scorsi con la collaborazione della Biblioteca Marco Motolese i 500 anni di Leonardo dalla sua morte, presso Palazzo Pantaleo in città vecchia con una conversazione su “ Leonardo da Vinci Un Genio in cucina” la prof.sa Carmen Galluzzo Motolese Presidente del Club per l’UNESCO di Taranto afferma che Leonardo simbolo dell’Italia nel Rinascimento è stato un genio in assoluto, l’emblema della ragione, ma anche di quella creatività incontrollabile insita nel genere umano non si poteva non ricordarlo. Il progetto vede un percorso che ci porterà nelle scuole superiori di Taranto per presentare una pagina d’arte forse poco conosciuta che vede Leonardo locandiere, cuoco e inventore di cinque innovazioni in cucina: il cavatappi, il girarrosto l’affetta uova e il trita aglio. Altri autorevoli relatori della serata: Dott. sa Silvana Giuliano, giornalista che ha parlato di Leonardo pittore e locandiere “ Dalla Locanda all’Ultima cena” mentre l’Architetto Augusto Ressa, già funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto ha relazionato su “Il Cibo nell’Arte al tempo di Leonardo” Il genio non risulta nutrisse particolare interesse per il cibo, ci dice Ressa,le cronache ci raccontano che prediligesse un’alimentazione sobria, prevalentemente vegetariana. Il pollaio che curava nella sua bottega non era per scopi alimentari, ma per disporre della materia prima per la realizzazione dei colori a tempera: il tuorlo d’uovo. Leonardo introduce raramente il cibo nei suoi dipinti. Il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie continua Ressa,presenta forse l’unica pietanza dell’epoca da lui riportata: l’anguilla marinata all’arancia. Un cibo questo, destinato alle mense meno ricche, visto che le classi agiate si nutrivano prevalentemente di cacciagione. Dei sontuosi banchetti delle Corti rinascimentali è possibile farsi un’idea osservando le “Nozze di Cana” del Veronese, oggi al Louvre, dove, insieme alle carni, compare la frutta. alimento e decorazione delle sontuose tavole. Gli ingredienti della cucina rinascimentale sono riconoscibili nei fantastici ritratti dell’Arcimboldo e nelle tante scene che ritraggono i venditori nei mercati dipinte da Vincenzo Campi. Gli alimenti, al tempo di Leonardo, erano cucinati in agrodolce. La preziosità del sale è attestata, per tutto il Rinascimento, dalla famosa saliera d’oro di Benvenuto Cellini per Francesco I di Francia. La serata è stata allietata da un intermezzo musicale. Il Convegno era inserito nelle manifestazioni culturali della Biennale della Prossimità.