La crisi dell’istituto di Alti studi musicali “G. Paisiello” sbarca in Regione, a Bari. Giovedì 16 maggio, infatti, alle ore 14, su richiesta del consigliere regionale Gianni Liviano, cui si è associato il collega Donato Pentassuglia, saranno ascoltati in VI commissione consiliare, presieduta dal presidente Domenico Santorsola, il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, il presidente del CdA e il direttore dell’Istituto “Paisiello, rispettivamente Domenico Rana e Gabriele Maggi.
“Ho chiesto al presidente Santorsola di audire il presidente della Provincia, Gugliotti, e i vertici del Paisiello – spiega Liviano – per cercare, quantomeno, di porre rimedio ad uno stato che vede i docenti dell’istituto non percepire stipendi da diversi mesi pur continuando a garantire, insieme al personale tutto, la regolarità delle lezioni. La situazione di impasse – spiega ancora Liviano – può essere facilmente superata. Basterebbe, al momento e nelle more che il governo gialloverde completi l’iter di statalizzazione del Conservatorio tarantino, che la Provincia di Taranto – aggiunge Liviano ribadendo quanto spiegato in precedenti interventi sulla questione – intervenisse procedendo al pagamento degli stipendi arretrati e di quello in corso di maturazione utilizzando il decreto 121 del 22 febbraio 2019 con il quale il Miur e il ministero dell’economia e Finanze autorizzano la Provincia al pagamento degli stipendi dal momento che l’articolo 1 comma 2 lettera I recita che gli enti locali possono farsi carico delle situazioni debitorie dell’Istituzione contratte dallo stesso, o dall’ente locale per conto dell’istituzione, alla data della domanda di statalizzazione. Insomma, tutte le strade per salvare questa importante istituzione, forte ormai di novant’anni di storia, “devono essere percorse facendo gioco di squadra. L’Istituto di alta cultura musicale Paisiello non può e non deve chiudere perchè la città di Taranto non può permettersi il lusso di perdere un’eccellenza nel campo delle arti e della musica, un’istituzione riconosciuta a livello nazionale, e internazionale, che tra gli iscritti ai suoi corsi annovera ragazzi provenienti da realtà extraregionali. In ballo – conclude Liviano – ci sono posti di lavoro e opportunità di studio per i nostri ragazzi ai quali dobbiamo offrire almeno una possibilità di scegliere di rimanere nella propria città piuttosto che emigrare altrove come, invece, siamo costretti ad assistere”.