Il cambio di linea del Movimento 5 Stelle sulla questione EX ILVA era chiaro già da tempo, dal primo giorno in cui hanno scelto l’alleato di governo con cui intraprendere l’esperienza governativa.
Dopo aver raccolto quasi il 50% dei voti a Taranto e nelle terre vittima dell’inquinamento hanno ritrattato tutto, anche quando dal palco del concerto del 1 Maggio Taranto ne rivendicavano con forza la chiusura senza, tra l’altro, offrire una progettualità che potesse gestire la post/chiusura stessa.
D’altronde era facile attecchire in una terra vittima delle precedenti e scellerate politiche del Partito Democratico che,con 12 decreti, avevano annullato lo stato di diritto su Taranto.
E cosi è ancora!
Ieri sera il tentativo di difendere il ministro Luigi Di Maio, da parte dell’onorevole Cassese, è sembrato al quanto goffo e simile ad un’arrampicata sugli specchi in pieno stile 1^ Repubblica.
Per non parlare dell’atteggiamento irrispettoso nei confronti delle associazioni e comitati del territorio che ha volutamente etichettato come i “Soliti contestatori”
Quei soliti contestatori che gli hanno permesso a lui e a tutto il Movimento di affermarsi nella nostra Provincia, alle scorse elezioni.
Il deputato, ieri sera, ha affermato che le dichiarazioni del ministro, contestate dalle associazioni tarantine e in particolare da Peacelink con il suo Presidente Alessandro Marescotti, andavano semplicemente interpretate.
Si è affermato che quando Di Maio disse “abbiamo ridotto del 20% le emissioni” in realtà voleva dire “all’attuazione del piano ambientale ci sarà il 20% delle riduzioni delle emissioni”.
Ecco, proprio questo passaggio appare privo di fondamenta e poco articolato se si tiene conto del fatto che non è stata ancora fatta alcuna valutazione di impatto ambientale e sanitario, che tutti ormai chiedono
La domanda quindi sorge spontanea: in base a quali dati il ministro prevedeva le diminuzioni delle emissioni?
Sarebbe anche da chiarire la presenza al dibattito di uno dei nuovi commissari nominati dal ministro, presenza che non abbiamo capito se appartiene più a un input politico e di campagna elettorale o prettamente tecnica.
Ci saremmo aspettati dal Commissario Lupo un cronoprogramma di lavori da eseguire visto che nelle mani hanno una bella fetta di soldini da spendere, ma nulla..nessuna parola; anzi la sua unica preoccupazione è stata quella di ricordare i suoi “trascorsi” in favore della comunità e in difesa dell’ambiente delegittimando in parte, con un “non ero d’accordo”, quella che è stata l’esperienza del Presidio Permanente No discariche che ha avuto il merito, 10 anni fa, di scoperchiare il dramma discariche nella Provincia.
La questione Ilva dopo sette anni è ancora irrisolta, il dramma ambientale è ancora più insistente e a pagare come sempre sono le comunità che si piangono i morti e i cassaintegrati.
Rimane irrisolta la presenza massiccia dell’amianto all’interno dello stabilimento, rimangono irrisolte l’emissioni non convogliate che si riversano sui cittadini, e la questione occupazionale che tra qualche anno potrebbe aggravarsi, di pari passo a quella sanitaria che corre verso il picco dei prossimi anni.
Rimane l’immunità penale, riscritta solo per smontare il ricorso alla corte costituzionale.
Avremmo voluto capire in che modo si possa riprogettare l’area industriale di Taranto, invece abbiamo assistito all’ennesima farsa di un movimento che ha fatto della propaganda spicciola il suo pezzo forte
Segreteria Sud in Movimento