Dopo Salvini e il procuratore capo di Taranto che parlano di “pene esemplari”, è il momento di Giorgia Meloni che invoca il pugno di ferro. La tragedia di Manduria sta diventando uno scenario per La campagna elettorale, non curanti che si specula su un morto e su un forte disagio sociale. Il guaio però è che si trasformi tutto questo in un sentimento di vendetta o di giustizia sommaria o ancor peggio privata istigata per giunta da figure istituzionali che invece ben dovrebbero tenere presente e difendere le garanzie e la civiltà dello stato di diritto. Le pene previste dalla legge sono rieducative per costituzione, non c’è quindi bisogno di invocare trattamenti punitivi speciali o esemplari. Anche perché dopo il pugno di ferro cosa viene, la ghigliottina d’acciaio?
Associazione Marco Pannella (Taranto)