Tutto come da tradizione. Le luci dell’alba, l’abbraccio dei fedeli, la preghiera di centinaia di confratelli e consorelle. E poi le bande, i simboli e i simulacri. Grandi suggestioni nella processione del sabato santo che, a Mottola, ha chiuso il lungo triduo della Settimana Santa.
Il pio corteo è partito alle ore 6:00 dalla Chiesa del Carmine per concludersi nel primo pomeriggio. Le statue sono state portate a spalla dai confratelli e alternate alle paranze. In segno di penitenza, piedi scalzi. In processione anche i bambini- la più piccola aveva 2 anni- i cosiddetti ‘paranzodd’. Composti, attenti, desiderosi di vivere questi momenti che, in questo angolo di Puglia, si tramandano di padre in figlio.
Fede, cultura e devozione per questa processione organizzata dalla locale Confraternita del Carmine che, di anno in anno, continua a registrare un numero crescente di visitatori. Folla e grande partecipazione per le strade cittadine. Il silenzio è stato interrotto solo dal suono delle marce funebri e della troccola.
Presente anche il vescovo della diocesi di Castellaneta che ha sottolineato l’importanza dei Riti, in cui ci si ritrova comunità. «Questi- ha detto mons. Claudio Maniago- sono i giorni della preghiera e della pietà popolare. Vivere questi momenti significa anche fare cultura, in quanto espressione di una cultura che nasce proprio dalla fede».
Tanta emozione nel volto dei confratelli e del priore Vito Greco. «Questa- ha spiegato- è la processione del popolo mottolese e dei tanti visitatori che stanno iniziando a conoscerla. Quest’anno tagliamo l’importante traguardo dei 159 anni con grande gioia e spirito di carità».