Si è svolta Martedì 16 aprile l’assemblea pubblica organizzata dal Circolo Legambiente di Palagiano sul tema “UN TEMPLIO CREMATORIO A PALAGIANO: OPPORTUNITA’ O RISCHI?”. Un argomento che sta interessando la nostra Comunità e suscitando molte preoccupazioni.
I lavori sono stati introdotti dalle relazioni di Tito ANZOLIN del direttivo del Circolo Legambiente di Palagiano, Annamaria MOSCHETTI dell’ISDE Medici per l’Ambiente e Michele PARISI del Gruppo Azione Giuridica Legambiente. E’intervenuta l’l’Assessore all’Ambiente del Comune di Palagiano Patrizia ROLLO. Assente, benché invitato, il Sindaco Domiziano LASIGNA
Nel corso dell’incontro sono state illustrate le caratteristiche del progetto del Tempio crematorio e i gravi rischi derivanti dal suo funzionamento per la salute dei cittadini e per l’ambiente (l’impianto verrebbe realizzato a soli 700 mt dall’abitato, mentre tutt’intorno vi sono abitazioni sparse e opifici), per la nostra agricoltura (tutt’intorno vi sono pregiati campi coltivati, oltre che per un sicuro impatto negativo sul marchio IGP delle nostre clementine).
Un Tempio crematorio, infatti, opera con un vero e proprio forno ad elevate temperature con emissioni di polveri, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro, metalli pesanti, mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco (specialmente nel caso delle cremazione di tombe estumulate), diossine-furani e IPA.
L’assessore Rollo ha affermato che l’orientamento dell’Amministrazione comunale è cambiato, dopo aver preso atto di una recente Sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito che la competenza in materia non è dei Comuni. I relatori hanno preso favorevolmente atto di tale decisione, ma hanno chiesto di sostanziarla con la formale revoca della Delibera con cui lo scorso 24 gennaio la Giunta Municipale aveva espresso il proprio favorevole interesse.
Un altro aspetto preoccupante evidenziato dai relatori è la constatazione che in Puglia vi è un proliferare di proposte di impianti simili. Infatti, oltre agli impianti già funzionanti di Bari e Foggia (che già possono soddisfare ampiamente la richiesta di cremazioni oggi presente nella nostra Regione) ne sono stati presentati almeno altri 5 tra le province di Bari, Taranto e Lecce. E questo grazie alle inadempienze legislative del Governo nazionale e della Regione Puglia.
Il primo,infatti, doveva emanare entro tre mesi dall’entrata in vigore della L n. 130/2001, le “norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione”; la Regione entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, doveva elaborare il “ Piano Regionali di Coordinamento per la realizzazione dei crematori… tenendo conto della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio”. In assenza di tali provvedimenti, si sta determinando un vero e proprio “far west dei crematori”!
Anche per questo, a conclusione dell’incontro, è stata lanciata una petizione popolare con cui si chiede:
Al Presidente del Consiglio dei Ministri di promuovere l’urgente emanazione del Decreto Interministeriale previsto dall’art. 8 della L 130/2001;
Al Presidente della Regione Puglia di approvare ,con ogni urgenza, il Piano Regionale di Coordinamento per la realizzazione dei crematori, tenendo conto dei parametri previsti dall’art. 6 della L 130/2001, MA ANCHE DELLE CARATTERISTICHE DEI TERRITORI.
Alla Giunta Municipale di REVOCARE la Delibera n° 9 del 24.01.2019 e di promuovere l’azione degli Organi Istituzionali del Comune a sostegno delle richieste di cui ai punti 1) e 2).