Il suo grido scandito in dialetto tarantino “N’ vulim d vuje, nuje!” e ripetuto dalla squadra prima e dopo le partite ha fatto da colonna sonora al grande finale di stagione del Cus Jonico Basket Taranto. Domenico Bitetti si è guadagnato un crescendo di minuti e di prestazioni, arrivando anche in quintetto in qualche occasione durante i playoff che si sono conclusi per la squadra rossoblu nella tiratissima serie di quarti di finale con Monopoli.
“Abbiamo dato tutto – commenta il lungo tarantino – ho visto giocatori ma anche gran parte dello staff con le lacrime agli occhi. C’è stato un attaccamento alla maglia importante anche da parte degli stranieri, è stato tutto molto bello anche se abbiamo perso in gara 3”.
Bitetti prova a riassumere la stagione: “Un campionato con alti e bassi ma alla fine abbiamo dimostrato il nostro valore. Anche le 9 sconfitte di fila nel girone di ritorno ci hanno forgiato, il cambio di allenatore ci ha messo di fronte alle nostre responsabilità e da lì la nostra stagione è cambiata, abbiamo ripreso il treno dei playoff vincendo a Vieste una partita che poteva condannarci ai playout e poi compiuto la prima impresa andando a vincere a Francavilla e anche gara 2. Con Monopoli abbiamo fatto gara alla pari, peccato perché in gara 3 si poteva vincere ma credo nel complesso loro abbiano meritato, erano più forti, una squadra costruita per vincere, questo deve renderci ancor più orgogliosi”.
Da tarantino doc, “Dodo” come lo chiamano nello spogliatoio prova a guardare oltre anche nel coinvolgimento della città: “Questo deve essere un punto di partenza per pensare in grande, in gara 2 contro Francavilla e Monopoli abbiamo visto tanta gente, amici e familiari ma anche appassionati che si sono riavvicinati al basket e al palazzetto, cosa che durante la stagione non c’è stata anche a causa dei risultati altalenanti, speriamo di poter contare su di loro, sempre di più”.
Personalmente Bitetti non può che augurarsi di vestire ancora la maglia Cus: “Il mio cuore è qui a Taranto, lavoro qui nell’azienda di famiglia, e il mio futuro cestistico è qui. Sarebbe bello che molti dei compagni di questa avventura rimanessero in maglia rossoblu, sarà la società a decidere con i giocatori”.