L’impianto della mafia rivela una struttura che si è adattata ai tempi; la mafia studia, si è professionalizzata, la nuova cupola mafiosa è fatta di esperti, funzionari pubblici, politici, commercialisti, è nei consigli di amministrazione delle società di rifiuti, gestisce soldi pubblici e mangia pezzi di territorio, precludendo un futuro alle generazioni successive. Esiste un vero e proprio sottobosco stratificato all’interno della società.
Ad oggi crediamo che la mafia sia un sistema complesso, difficile da eradicare, tuttavia il concetto di complessità è inesistente, è una costruzione illusoria e impostaci, parliamo di persone in carne ed ossa, parliamo di un sistema che può essere sgominato perché come tutti i sistemi presenta dei punti di debolezza e lo abbiamo visto nel lavoro del pool antimafia e nel maxiprocesso che misero in ginocchio la mafia e ancora, lo abbiamo visto in Peppino.
La mafia si nutre della rassegnazione, dell’immobilismo, della logica dell’abitudine, della non cultura, la mafia ha paura della presa di coscienza, che passa attraverso un percorso personale ed è supportata da una politica che ha posizioni nette e chiare, che non si piega e che rivendica il proprio ruolo all’interno della società, che è resistenza ed avamposto.
Nel panorama socio-politico in cui ci troviamo la mafia, il razzismo, il fascismo dilagante, la povertà sono le grandi piaghe, la risposta, che ha in se le soluzioni, è da rintracciare nella riappropriazione degli spazi vitali di aggregazione, le piazze e le periferie devono diventare luoghi di incontri e confronti, la politica deve essere pane quotidiano per tutti, perché anche decidere di non parcheggiare in un posto riservato a disabili è politica. Le scuole devono essere centri di cultura e di discussioni su temi di attualità e di politica, non si può prendere coscienza se non si educa al dialogo e al confronto.
Quello a cui oggi stiamo assistendo è il dilagare delle forze di estrema destra che cavalcano le paure della gente, paure studiate a tavolino, non abbiamo bisogno di saltimbanco improvvisati su piattaforme online e razzisti legati alla ‘ndragheta o giri di bolla di figure politiche che hanno portato questo paese all’oblio, c’è necessità di una politica sana e coraggiosa, che colmi il vuoto dei valori di sinistra, che sia resistenza dinamica ed esempio.
Questo è stato un ulteriore passo di avvicinamento al 25 Aprile e all’assemblea pubblica che apriremo alle 15:00 insieme a tantissime realtà provinciali ed extra con cui in questi anni abbiamo condiviso diversi percorsi. Saranno invitati anche diversi Sindaci ai quali offriremo un importante confronto con la base attiva del territorio, cosa a cui, spesso la “sinistra” non ha pensato, lasciando cosi ai margini chi veramente fa attivismo all’interno delle proprie comunità.
Grazie a Giovanni Impastato, al coordinamento di Casa Memoria per la Puglia Valentina Pierro Patrizia Zodiago Antonio Fanelli a tutte le associazioni e ai singoli cittadini che ieri hanno deciso di riflettere e di mettere dei punti fermi.