“Non ci sono parole, non possono esserci parole per esprimere e anche solo immaginare il dolore di una famiglia per la perdita di una figlia, di una bambina di appena cinque anni. E qualsiasi parola può apparire fuori posto, inopportuna o peggio strumentale, può ferire piuttosto che recare conforto e vicinanza a persone distrutte dalla tragedia più sconvolgente possa capitare a un genitore. Ma, da padre prima ancora che da cittadino e amministratore, sento anche l’urgenza di urlare la rabbia e la ferita di una comunità, perché questi lutti terribili e sconvolgenti non sono individuali ma collettivi; perché il silenzio, pur rispettoso di emozioni e sentimenti, non debba mai essere interpretato come assenso e come indifferenza.
Fermiamo questa strage a Taranto, fermiamola prima che sia troppo tardi, prima che altre vittime innocenti debbano essere sacrificate senza alcun senso e alcuna giustificazione. Salviamo i bambini, i giovani, i cittadini di Taranto da morte e malattie devastanti provocate dall’inquinamento. Venerdì scorso la trasmissione de La 7 ‘Propaganda Live’ ha proposto un reportage agghiacciante, realizzato al quartiere Tamburi: il racconto di un incubo che per migliaia di persone è realtà, è quotidianità, e che non è più possibile ignorare e accettare”.