La UIL FPL conferma lo sciopero generale dei lavoratori della Cittadella della Carità proclamato per il prossimo 20 marzo 2019. Le notizie assolutamente contrastanti tra quanto dichiarato dalla Fondazione e quanto stanno vivendo, in termini di incertezza lavorativa i dipendenti dell’ente, non sono segnali che la UIL FPL intende sottovalutare. In queste ore, se pur non da fonti ufficiali, si apprende di una grave difficoltà finanziaria in cui verserebbe la Fondazione. La UIL ha chiesto ripetutamente alla Direzione della Cittadella della Carità di fornire la documentazione relativa allo stato delle casse dell’Ente. Tutte richieste puntualmente cadute in un nulla di fatto. Pertanto, il fatto che nei giorni scorsi l’Ente abbia definito “di collaborazione” il clima con le OO SS sembra più un desiderio della Fondazione che nulla ha a che fare con la realtà. Il Segretario Generale della UIL FPL, Emiliano Messina, si dice fortemente preoccupato dell’atteggiamento dell’azienda che a tutt’oggi non ha risposto ad alcuna sollecitazione sindacale. Un silenzio – quello della Direzione e di S.E. Mons. Filippo Santoro – che non fa presagire nulla di buono, anche, in considerazione dei diversi e repentini cambi di vertice avvenuti. Senza giri di parole inutili la UIL FPL, per voce del suo segretario Messina, vuole fare chiarezza è chiede di sapere cosa è stato dell’accordo sindacale siglato nella primavera del 2018. Accordo siglato dalle OOSS di CISL UIL e UGL nel quale la Fondazione Eretta in Ente Morale si impegnava in un Piano Industriale di risanamento nel quale assicurava, tra l’altro, ai dipendenti tre tredicesime e il premio produzione. In più, sempre nello stesso Piano Industriale era previsto l’ammodernamento della struttura esistente e l’apertura di un nuovo reparto di Medicina e un Hospice rispettivamente per 30 e 15 posti letto. L’accordo prevedeva che la Direzione della Cittadella della Carità desse comunicazione dell’andamento del piano di risanamento dell’Ente. Accordo del tutto disatteso così come disattesa è stata l’apertura delle nuove strutture sanitarie. Alla luce di tutto questo la UIL FPL non vorrebbe, come spesso è accaduto nel territorio del tarantino, che strutture in difficoltà che magari non hanno avuto una gestione sempre “illuminata” finiscano insieme al capitale umano e professionale, svendute al miglior offerente. Una eventualità drammatica ma che purtroppo non possiamo escludere totalmente e che sta mettendo a dura prova la serenità dei circa 160 lavoratori che da anni quotidianamente operano all’interno della struttura. Un clima di incertezza avvallato, anche, dalle note inviate dalla Direzione ai lavoratori. In una comunicazione di gennaio scorso, infatti, la Direzione della Cittadella della Carità annunciava che a fronte del ritardo nel pagamento dello stipendio la Direzione si stava adoperando per ottenere nuove coperture di credito onde evitare ulteriori ritardi nell’erogazione degli stipendi. La nota di gennaio tra l’altro non è stata neppure l’unica di questo tenore, a pochi mesi dalla sigla del Piano Industriale dell’Ente, in una lettera inviata ai lavoratori, la Fondazione gli avvisa sostanzialmente della necessaria ulteriore ricapitalizzazione dell’Ente. Pertanto per il Segretario della UIL FPL poco valgono, stando così le cose, le rassicurazioni a mezzo stampa diffuse nei giorni scorsi dall’ente, in cui veniva sottolineato l’impegno del management, in continuità con il lavoro già impostato da parte della precedente consiliatura, per il bene della Cittadella.
Il segretario della UIL FPL, Emiliano Messina, sottolinea che al momento ad aver lavorato – affrontando non pochi sacrifici, per il bene della Cittadella della Carità, affinché restasse un presidio sanitario di riferimento per il territorio di Taranto e provincia – sono stati i lavoratori e che forse sarebbe ora che arrivassero risposte altrettanto capaci, per il rilancio della struttura, da parte degli organi di vertice della Fondazione. In attesa che ciò avvenga la UIL FPL conferma la proclamazione dello sciopero generale e invita tutti i lavoratori e i cittadini a partecipare alla mobilitazione in difesa del futuro occupazionale dei 160 lavoratori che assicurano al territorio un servizio sanitario di qualità.