Sono stati quattro lunghi anni difficili, laboriosi e faticosi, soprattutto per l’Autorità Portuale di Taranto.
Per rimettere in moto l’offerta del molo polisettoriale di Taranto nel circuito delle compagnie e dei terminalisti che operano nel mondo, infatti, è stato necessario realizzare 1200 metri di banchina, i nuovi fondali, il dragaggio, la “vasca di colmata”, ecc.
Dopo la fuga di Tct-Evergreen & co. (settembre 2014) verso il Pireo (tre linee di navigazione) e verso Bari (una linea), sono stati i Governi Renzi-Gentiloni, attraverso il Mit (ministero infrastrutture e trasporti) e il Cis (contratto istituzionale di sviluppo) a scommettere sul porto di Taranto per il suo indispensabile ruolo nel Mediterraneo con corposi investimenti infrastrutturali. Ricordiamo: 75milioni di euro per la riqualificazione del molo polisettoriale – banchina; 83milioni di euro per i dragaggi; 219milioni di euro per la piastra logistica; 26milioni per i collegamenti ferroviari del Porto.
Per l’accelerazione delle procedure burocratiche, inoltre, sono stati affidati al presidente del Porto i poteri commissariali, svolti egregiamente nella sua duplice funzione dell’avvocato Sergio Prete.
Ed ancora, con il “decreto Sud”, il Porto di Taranto è divenuto capofila della Zona Economica Speciale dello Jonio (Zes interregionale Taranto-Basilicata).
In fine, con la legge 18/2017 è stata emanata la misura straordinaria per la salvaguardia dei livelli occupazionali dei 530 lavoratori ex Tct, attraverso la costituzione dell’Agenzia portuale e lo stanziamento di 18milioni di euro.
A tal proposito, non possiamo dimenticare che anche i lavoratori portuali jonici sono stati protagonisti di questa stagione, per garantire un futuro al Porto di Taranto, all’intera città e all’area jonica. I lavoratori con i loro sindacati sono stati, in questi ultimi tre anni, una straordinaria e quotidiana forza trainante nel sollecitare e sostenere la realizzazione delle infrastrutture al molo polisettoriale e per l’accelerazione di tutte le procedure (bandi e assegnazioni) con la finalità del “ritorno al lavoro per tutti”. Decine e decine di assemblee con i lavoratori ed incontri di aggiornamento con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Jonio sono state le attività vere, concrete e reali dei lavoratori e delle loro rappresentanze. Perciò si rende obbligatorio un grazie anche a loro.
Occorrono, ora, tempi rapidi per l’insediamento dell’investitore Yilport, affinché nel breve periodo il Porto di Taranto riappaia nella mappa mondiale dei traffici commerciali intercontinentali.
Taranto, 22 febbraio 2019