Si è tolto la vita impiccandosi, nel carcere “C. Magli” Michele Spagnuolo, il 77enne originario di Taranto. L’uomo si trovava nel carcere di Taranto, dopo aver ucciso la moglie Teresa Russo, di 57 anni, con 41 coltellate.
Residente a Lecce da diversi anni, l’uomo aveva brutalmente assassinato la moglie sordomuta, nella loro abitazione di via Generale Papadia, a Trepuzzi (Le) e con un bigliettino aveva confessato l’omicidio. In un primo momento era stato detenuto nel carcere di Borgo San Nicola, poi ottenendo i domiciliari nell’abitazione del fratello dell’uomo, a Talsano.
Ad ottobre dello scorso anno, l’avvocato dell’uomo, Vincenzo Brancato, aveva presentato istanza perché l’uomo potesse far rientro nell’abitazione del massacro. Istanza che fu rigettata per il mancato accertamento sulla disponibilità del figlio dell’uomo – comproprietario dell’appartamento – di accogliere il padre. Maresciallo in pensione dell’aeronautica, l’uomo era rimasto a casa del fratello fino a novembre, quando evase dall’abitazione per poi essere rintracciato dalle forze dell’ordine. Fu allora decisa la custodia in carcere.
Alla base dell’omicidio efferato della moglie, i dissidi tra i due coniugi che avevano portato la donna a decidere di separarsi e a temere per la propria incolumità, come confidato dalla stessa ad alcune persone a lei vicine.
Al termine del massacro, l’uomo si era immediatamente recato alla caserma dei carabinieri per lasciare un biglietto con la confessione dell’omicidio. Fu trovato poco dopo e bloccato nei pressi della stazione ferroviaria dagli agenti e sottoposto al fermo di P.G. con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Il prossimo 20 marzo avrebbe dovuto affrontare il processo con rito abbreviato.