Le parole del Sindaco Lupoli sulla questione compostaggio sono irrispettose ed anche tutt’altro che basate su “approccio scientifico” come sostiene nel suo ultimo comunicato.
Ma andiamo con ordine, il Sindaco evidentemente non conosce la differenza fra atti di giunta ed atti di consiglio comunale così come mente sapendo di mentire quando dice di avere discusso dell’Impianto di Compostaggio in campagna elettorale. Innanzitutto l’argomento è stato tirato fuori a suo tempo proprio dal sottoscritto per stanare l’obbrobrio che da anni nascondono nei cassetti comunali. Non hanno MAI ILLUSTRATO ai pulsanesi il progetto ma soprattutto i RISCHI che esistono così come non è mai passato nessun atto di consiglio fino allo scorso sabato quando il sottoscritto ha presentato apposita interpellanza con cui ho richiesto lo stato dell’arte (finalmente) sul project financing.
Adesso di colpo annunciano di volersi presentare in pompa magna prossimamente magari con un po’ di gente in doppio petto che proporrà solo la parte che gli conviene del progetto oppure nemmeno sa di cosa sta parlando.
Si continua a parlare di tale impianto come fosse una “macchina perfetta” senza punti critici ma non è così.
Iniziamo col dire che stiamo parlando di un IMPIANTO INDUSTRIALE a tutti gli effetti (e come tale viene catalogato) in quanto, entrando nell’approccio scientifico, attiva processi chimico-fisici di trasformazione dell’organico in compost e bio-metano.
Proseguiamo col dire che servirà tutta la provincia e non solo Pulsano determinando uno spostamento di materiale organico su gomma che genererà non pochi problemi di circolazione sulle nostre già martoriate strade.
Entrando nel merito delle questioni; La direttiva europea 2008/98/CE recepita con il D.LGS 205/2010, prevede che la FORSU debba essere gestita secondo un libello di priorità basato su 5 livelli: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo (per esempio il recupero di energia) e smaltimento.
Con l’impianto industriale di compostaggio si passa banalmente dall’attuale livello 5 (smaltimento) al livello 4 mentre occorrerebbe tendere al livello 1 (autocompostaggio). I processi di recupero attraverso la produzione di energia sono quindi da considerarsi una scelta di livello secondario. Ed è esattamente quello che Pulsano intende fare. La pratica di trattamento della FORSU con la trasformazione di energia non è altro che uno stratagemma FURBESCAMENTE utilizzato per mascherare pratiche inquinanti in pseudo-ambientali con conseguente incremento dei rischi ambientali e sanitari per i territori in cui si trovano.
Altro anello debole è rappresentato dalla qualità del materiale in ingresso che, qualora non adeguato, genera criticità ambientali e sanitarie che possono sfociare nella contaminazione del suolo, della catena alimentare ed emissioni inquinanti in atmosfera. Lo stesso Istituto Superiore della Sanità afferma che esistono alcune specie microbiologiche in grado di sopravvivere alle temperature generate dagli impianti di compostaggio.
Il processo di trasformazione inoltre prevede comunque un rilascio in atmosfera di gas che presenta dei composti chimici fra cui anche sostanze certamente cancerogene per l’uomo. La vicinanza quindi dell’impianto determina un rischio certo per i territori limitrofi. A tal proposito l’impianto a Pulsano sorgerebbe anche al di sotto del limite territoriale che la stessa Regione Puglia impone come minimi: siamo infatti a soli 1,5 km contro la distanza minima di 2 km.
La nostra proposta alternativa è quella di far partire la raccolta differenziata realizzando a corredo le così dette compostiere di quartiere come proposto dal WWF ossia grosse compostiere (con lo stesso principio di quelle utilizzate in giardino) suddivise per quartiere con raccolta periodica.
Tale processo ci consentirebbe di arrivare davvero al concetto di Rifiuti Zero evitando la concentrazione eccessiva di rifiuti organici in un solo territorio (ognuno gestirebbe i propri) e azzerando o quasi lo spostamento su gomma.
Ma si sa queste soluzioni non piacciono alla maggioranza perché non producono business, royalty e non consentono giochi di potere.
Pulsano Bene Comune
Emiliano D’AMATO