Ieri sera a Pulsano si è tenuto un Consiglio comunale, come richiesto dalla minoranza che ha inteso di esercitare il diritto e il dovere di controllo, in una fase delicatissima della vita del paese.
L’Amministrazione di Lupoli, essendo giunta al punto di fare ricorso alla procedura di pre dissesto, è, infatti alle prese con una serie di risposte e garanzie da fornire al Ministro dell’Interno per dimostrare di riuscire a trovare l’equilibrio finanziario, con all’orizzonte l’obbligatorio passaggio dalla Corte dei Conti, altrimenti ci sarà il dissesto. Intanto cercano di convincere i cittadini che tale procedura sia un fatto meramente tecnico, tanto che in Consiglio il sindaco afferma che la questione sia troppo lunga da sviscerare e che quello non sia il luogo adatto, salvo poi farlo sul suo profilo Facebook, nascondendo le responsabilità politiche dietro le parole e la figura del tecnico capo settore del settore finanziario. Come se il bilancio comunale, le sue spese, i suoi conti siano esclusivamente nelle mani dei tecnici. Il sindaco e la sua maggioranza si trincerano dietro il tecnico e i tecnicismi per non ammettere che i debiti e il pre dissesto sono il frutto di 20 lunghi anni di cattiva gestione e di spese fuori controllo, di decisioni e volontà politiche ben precise, da loro operate, e che hanno devastato le casse comunali.
A riprova basta ricordare che più volte l’Amministrazione di centro destra è stata costretta dai conti a richiedere anticipazioni di cassa dalla Cassa depositi e prestiti, per un ammontare di circa 9 milioni, che l’ente sta ancora ripagando per una durata di trenta anni, pagando somme per interessi che avrebbero potuto finanziare servizi per i cittadini.
La procedura di riequilibrio o pre-dissesto è dunque l’ennesimo atto che l’Amministrazione di Lupoli e dei soliti noti, approva per cercare di tirare a campare, con espedienti che ricadono sulla comunità.
Il sindaco non dà risposte, continua a dire che la colpa è dei cittadini che non pagano e che la loro sarà la lotta ai morosi, ma non racconta mai dove sono stati spesi i soldi che hanno procurato il disavanzo di amministrazione. Afferma infatti che per i cittadini col dissesto non cambierebbe niente, d’altronde hanno già le tasse al massimo e i servizi risicati: non si può commentare!
Non ha però la serietà e la responsabilità di affermare che la scelta di dove e come tagliare per ripianare i debiti prodotti dalla loro gestione è una scelta politica. Per affrontare il pre-dissesto l’Amministrazione ha deciso (ed inserito,nero su bianco, nel piano di riequilibrio) di recuperare soldi in diversi modi. Alcuni di questi per esempio sono l’annuncio della vendita di beni comunali, la candidatura ad ospitare un impianto di compostaggio enorme che raccoglierà rifiuti di portata almeno provinciale, la chiusura dell’asilo nido comunale (che ha lasciato le famiglie senza questo importante servizio e i lavoratori senza impiego), il taglio della spesa attraverso la rimodulazione dei contratti con le ditte che lavorano per il Comune.
Scelte che dunque si ripercuoteranno sui lavoratori e sui servizi offerti alla comunità, con effetti non di scarsa portata, tutt’altro.
Pertanto il dissesto o pre dissesto e le decisioni che ad essi ruotano attorno graveranno sul paese, sulla comunità, su un Comune che non è in grado di ripagare i debiti che per anni ha accumulato .
Il Sindaco ha il dovere di onorare le discussioni a riguardo nella sede istituzionale più opportuna, che è il Consiglio comunale, invece di cercare espedienti per dare una parvenza di trasparenza nei confronti di una comunità davanti alla quale non ha assunto nessuna responsabilità politica di gestione, dopo che le amministrazioni di cui ha fatto parte hanno reso i cittadini di Pulsano, cittadini di un paese in fallimento economico.
Sconcertante: l’Amministrazione e certa politica pulsanese fuggono e non entrano nel merito rispetto ai gravi eventi che si stanno palesando, sul presupposto politico che tanto, peggio di così non si può.
Ci si aspetterebbe di ridurre il peggio !
Noi ci battiamo per questo e non ci stancheremo di farlo.
Paola Attrotto