Una sede inadeguata dal punto di vista strutturale, una pianta organica che non basta a gestire il flusso di utenza giornaliera, procedure burocratiche che rallentano a dismisura l’attività, mancanza di un qualsivoglia sistema di videosorveglianza. E’ quanto ho potuto riscontrare in occasione della mia recente visita al Centro per l’impiego di Taranto, in via Carrieri, che ho effettuato alla vigilia dell’avvio del Reddito di Cittadinanza.
Sapevo che la situazione di quegli uffici non fosse delle migliori e la conferma delle criticità che interessano quello che dovrebbe essere un punto di riferimento per chi cerca un’occupazione me l’ha fornita il dirigente della struttura, il dott. Michele Coviello, con il quale ho avuto modo di poter scambiare più di un’opinione in merito. Il dott. Coviello è uno dei pochi dipendenti diretti della Regione Puglia (complessivamente in via Carrieri sono 6, ma ne sarebbero necessari almeno altri venti) che insieme ad una quindicina di formatori devono trattare quotidianamente centinaia e centinaia di pratiche in locali che non sono più in grado di nascondere i segni del tempo (da 18 anni non è mai stata fatta nemmeno una tinteggiatura, né investito un solo euro…).
Sì, la carenza del personale, la penuria di strumenti informatici efficienti e la scarsa funzionalità della sede sono fra i problemi più evidenti con cui devono confrontarsi anche gli utenti, per nulla convinti circa l’utilità di questi Centri e comunque costretti sin dalle prime ore del mattino a sottoporsi a file estenuanti per chiedere un certificato che, nella maggioranza dei casi, può essere ottenuto per via telematica.
Una situazione, quella tarantina, che nella provincia non rappresenta un’eccezione. Anzi. Altri uffici versano in condizioni più o meno simili (a Manduria, ad esempio, devono condividere la struttura con i Giudici di Pace) e vanno avanti fino a che sarà possibile.
Chiedersi se ci sono responsabilità per questo stato di cose è a dir poco superfluo. Sappiamo tutti chi ringraziare per il cattivo funzionamento dei Centri per l’impiego. Sappiamo tutti che se si è arrivati a questo punto lo si deve ai protagonisti di politiche inadeguate che negli anni passati hanno colpevolmente trascurato e svilito il ruolo di un ufficio chiamato a gestire le esigenze di chi cerca un’occupazione, ad insegnare come redigere un curriculum o come affrontare un colloquio di lavoro.
Da pochi giorni il Reddito di Cittadinanza è diventato realtà. E, come ho ribadito nel corso della mia visita nell’ufficio di via Carrieri, questa misura ha alla base anche la riforma dei Centri per l’impiego che dovranno poter contare su un numero maggiore di personale con la creazione di nuove figure professionali e con il rilancio di quelle esistenti. Ma non solo. I Centri saranno dotati di strumenti all’avanguardia che contribuiranno a rendere al cittadino un servizio finalmente degno di questo nome facendo diventare la burocrazia uno spiacevole ricordo. E tutto questo ricordando che la richiesta del Reddito di Cittadinanza non dovrà essere formulata presso queste strutture. Chi sarà in possesso dei requisiti potrà presentare la domanda online su un’apposita piattaforma, rivolgendosi ai CAF o negli uffici postali.
E’ chiaro: non sarà possibile fare tutto e subito, ma l’obiettivo è quello di migliorare la vita degli italiani. L’impegno del Governo è sempre stato questo e vuole continuare a rispettarlo.