Signori Ministri,
Nei giorni scorsi la Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, ha chiaramente condannato il Governo Italiano per non aver tutelato i diritti fondamentali dei cittadini di Taranto (anch’essi cittadini italiani ed europei), per aver leso quei diritti, alla vita e alla salute, che sono alla base di ogni ordinamento giuridico, in quanto diritti naturali di ogni uomo.
La drammatica situazione, gli abusi ambientali e le conseguenti implicazioni sanitarie che siamo costretti a vivere sul nostro territorio non sono ulteriormente tollerabili. Tante, troppe sono le vittime dell’inquinamento e non solo nel quartiere a ridosso dell’acciaieria ex ILVA, oggi Arcelor Mittal, ma in tutta la provincia ionica; vite spezzate e famiglie distrutte dalla sofferenza. L’intera comunità vive la quotidianità con la paura di ammalarsi, o di vedere un proprio caro soffrire e morire, o in alternativa scappare, andare via da questo posto, colpevoli di vivere in una meravigliosa città che, però, per lo Stato italiano, non ha diritto alle tutele giuridiche previste per ogni altra città d’Italia. Non è una esagerazione, ma è una assurda e inconcepibile verità. Basti pensare all’impianto siderurgico ILVA di Cornigliano – Genova, la cui area a caldo fu chiusa già nel 2005 perché dichiarata dannosa per la salute dei cittadini genovesi, mentre a Taranto la stessa area a caldo continua ad inquinare e ammalare col benestare dei governi, compreso quello attuale, che hanno concesso e continuano a concedere persino una immorale ’immunita’ penale ed amministrativa agli attuali gestori dell’acciaieria.
Con la sentenza CEDU del 24 gennaio 2019, per la prima volta un tribunale sovranazionale accerta la gravissima violazione del diritto alla salute e alla VITA di uomini, donne e bambini che dovrebbero essere invece tutelati da uno STATO che, con ogni evidenza, nel corso degli anni non solo ha negato, ignorato, messo a tacere le legittime proteste e richieste di intervento della politica e delle autorità nazionali, ma che addirittura, con ben 11 decreti, ha sacrificato e condannato i cittadini di Taranto in favore degli interessi privati di una multinazionale.
Per la Corte Europea dei diritti dell’uomo, il Governo italiano, consentendo all’Ilva di proseguire l’attività industriale, ha di fatto determinato la perdurante situazione di grave inquinamento delle aree limitrofe al siderurgico e subordinato la tutela della vita e della salute dei residenti alle esigenze produttive.
Con questa sentenza storica, la Corte Europea accerta la violazione degli articoli 8 e 13 della Convenzione Europea dei Diritti fondamentali dell’uomo e ordina allo Stato Italiano di porvi rimedio nel più breve tempo possibile.
A seguito di questo primo importante ATTO di GIUSTIZIA per la nostra comunità, esigiamo il massimo rispetto della sentenza CEDU e richiediamo che, alla stregua dell’istituendo tavolo per la qualità dell’aria da voi ministri convocato per le problematiche ambientali della pianura padana, venga con la massima URGENZA convocato un tavolo per l’ambiente e la salute qui a TARANTO, che coinvolga il Governo nazionale, l’ amministrazione regionale e comunale, le ASL, l’ARPA e le associazioni del territorio, per mettere in atto tutte le azioni necessarie per porre fine al disastro ambientale e sanitario che attanaglia questo territorio da oltre mezzo secolo.
Certi di un Vs urgente riscontro, salutiamo cordialmente.
LiberiAmo Taranto