Di rilevanza sicuramente eccezionale la sentenza della Corte europea dei diritti umani del 24 gennaio scorso, dove si condanna lo Stato Italiano per non aver difeso i diritti dei tarantini. Questa sentenza porta a riflettere su una situazione che si protrae da ormai molto tempo, partendo dai 12 decreti “Salva-Ilva” emanati dal Governo Renzi, fino alla vendita effettuata dal nuovo Governo giallo-verde ad Arcelor Mittal..
Una riflessione sicuramente politica che apre nuovi scenari di lettura. Infatti, da un lato il PD nazionale, con i personaggi legati al sen. Renzi, non ha assolutamente tutelato i cittadini della nostra amata Taranto, dall’altro, anche il PD locale non è stato sicuramente da meno, difendendo a spada tratta, secondo il mio parere, l’indifendibile,e accodandosi al volere dell’ allora padre padrone. Da allora acqua sotto i ponti sicuramente ne è passata, siamo giunti a nuove elezioni ed è arrivato il “Governo del cambiamento”, ma di quale cambiamento si tratti ancora non è dato capirlo perché Taranto continua ad essere vessata.
Si è proceduto alla vendita della società Ilva dopo continue affermazioni millantate dai parlamentari eletti, e si è permesso di concedere una IMMUNITA’ penale,civile ed amministrativa al nuovo acquirente; cioè gli è stato concesso di continuare a produrre senza l’ adeguato aggiornamento dell’ AIA che è basilare per la partenza produttiva di qualsiasi azienda. In pratica si è detto ai nuovi acquirenti: “producete pure ciò che
volete tanto per sistemare le carte c’è sempre tempo”.
Quindi Taranto è passata dalla “padella” di Renzi alla brace di Salvini-Di Maio, attraverso il governo Gentiloni. Ovviamente anche il Governo di Centro destra non è immune da critiche, infatti, ricordiamo le proroghe in materia di AIA fatte dal Ministro all’Ambiente Prestigiacomo, all’epoca governo Berlusconi IV.
In definitiva, passano i governi ma i risultati non cambiano poiché anche Lega e M5S hanno protratto le scadenze AIA sino al 2023. A tal proposito, inviterei l’ onorevole tarantino Giovanni Vianello a smetterla di scrivere comunicati stampa contro centrodestra e centrosinistra, perché anche la formazione politica di sua appartenenza non è certo da meno. Alla luce di tutto questo possiamo affermare che, last but not least, i cittadini del rione Tamburi stanno vedendo affievolirsi le speranze di eventuali risarcimenti poiché il prezzo di vendita della società Ilva non riuscirà a coprire tutti i debiti che la stessa società ha accumulato.
All’ indomani della dissertazione della sentenza, noi del Movimento Politico Libertas non gioiamo e non festeggiamo perché a nostro avviso non vi è assolutamente nulla da festeggiare: quanto tempo ancora i tarantini saranno costretti a mangiare polveri di minerale e pane condito da diossina?
Sicuramente la disastrosa situazione ambientale di Taranto non riguarda solo Ilva, ma anche Eni, Tempa Rossa, l’ex Yard Belleli, l’Arsenale MM , e a tal proposito nulla si è fatto. Le regole sono uguali per tutti o ci sono regole speciali per i “ potenti”? Se al posto di Ilva e Arcelor-Mittal ci fosse stata un azienda artigianale, staremmo ora ancora a parlarne a distanza di 10 anni?
Meditate Tarantini , meditate!
Taranto 28 gennaio 2019
Federico Greco