Le pagine della cronaca tarantina in questi anni si sono spesso tinte di nero: il nero dei fumi dell’Ilva – ora ArcelorMittal – il nero delle polveri che gli abitanti dei quartieri più vicini al siderurgico hanno dovuto pulire dai loro balconi, dai loro panni, dai banchi di scuola.
Una cronaca costellata di proteste, di malcontento, di ribellione, di petizioni, di discorsi in piazza, di sit-in, di decreti “Salva Ilva”, di esuberi, di morti bianche, di inquinamento, di processi all’ex proprietà Ilva e di chi, con loro, negli anni, ha banchettato e si è arricchito (carta stampata inclusa) sulla pelle dei cittadini.
Così, la morte di Giorgio – che a soli 15 anni perde la sua battaglia contro il cancro – si va ad aggiungere alle pagine che non vorremmo più sentire e raccontare di Taranto.
Di Giorgio sappiamo poco. Abbiamo preferito non incalzare i genitori del piccolo in un momento tanto doloroso con le nostre domande, rispettando il loro lutto.
Ma in fondo di Giorgio sappiamo le cose che contano: sappiamo che era un adolescente con la vita pronta a schiudersi per lui; sappiamo che ha affrontato una pena durissima per chiunque, figurarsi a 15 anni.
Nei nostri racconti spesso scegliamo di non soffermarci sui dettagli di una malattia terribile come il cancro. Scegliamo di sorvolare, perché tanti di noi – troppi – sanno già in realtà cosa significhi: è un male che spesso avanza più velocemente dei tentativi messi in atto per combatterlo, per stanarlo.
Giorgio ha perso in una gara impari: ieri pomeriggio, infatti, la sua lotta contro il cancro è terminata.
La messa funebre verrà celebrata oggi pomeriggio alle 16.30 nella chiesa di San Giuseppe Moscati a Paolo VI.
Nel dolore immenso della famiglia, a cui la nostra redazione si unisce, ricordiamo Giorgio e le tante giovani vite stroncate da questo male.
Un male, appunto, dal colore nero.