Non si obbedisce alle leggi ingiuste. Disobbedire al Decreto Salvini”. E’ questo il tema della conferenza organizzata dal circolo Arci Svegliarci di Palagiano, che gestisce lo Sprar, il “Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati”, di cui a livello locale è coordinatrice Angela Surico.
Sarà lei, alle 18 di quest’oggi, presso Dinamismi Interculturali, ad aprire i lavori. Seguiranno gli interventi di Erminia Rizzi (Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e di Enzo Pilò dell’associazione Babele.
Un’occasione per capire come cambiano in Italia, per effetto del Decreto Salvini convertito in legge, l’accoglienza e la gestione degli immigrati e quale diventa il ruolo degli Sprar, che, intanto cambiano nome. Diventano un “sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati”. Questo perché i richiedenti asilo non saranno più ammessi alle pratiche di formazione e inserimento socio – lavorativo, portate avanti finora dagli Sprar.
Non solo; con il Decreto Salvini, di fatto, viene abolita la protezione umanitaria obbligando i territori, Palagiano inclusa, a fronteggiare una situazione di presenze di stranieri che, a causa dell’impossibilità di rinnovare il permesso o di convertirlo in permesso di soggiorno per lavoro (per mancanza di un contratto stabile di lavoro), si troveranno a vivere in condizione di irregolarità.
Altra conseguenza del Decreto Salvini: aumenterà l’insicurezza sui territori. Difatti, si stima che circa 12 mila migranti vulnerabili, in regola con il permesso di soggiorno, si ritroveranno per strada, perché non potranno più entrare in uno Sprar, dove avrebbe dovuto concludere il loro percorso di integrazione. Molti saranno, invece, destinati a scivolare nell’irregolarità, tra permessi per motivi umanitari non rinnovati, non rilasciati e pratiche arretrate, che saranno esaminate dalle Commissioni Territoriali secondo le nuove disposizioni di legge.
“Si tratta di madri con bimbi piccoli, persone in fuga dall’orrore di guerre, persecuzioni e torture – continua la Surico –. Come dire, vittime due volte perché, in fuga dalla morte, hanno rincorso la speranza di ricominciare altrove e ora si ritroveranno per strada senza possibilità di soluzione alternativa. E questo per rispettare una legge. Ma – si chiede la coordinatrice dello Sprar di Palagiano – la legge non dovrebbe sempre essere dalla parte del più debole?”.