Il richiamo alla compattezza istituzionale e territoriale se non ancorato alla realtà dei fatti rischia di essere percepito dai cittadini come un maldestro tentativo di rinvigorire un altrimenti soporifero dibattito politico.
A Taranto non abbiamo più un luogo di confronto per elaborare e condividere progetti, per discutere degli investimenti da realizzare per sostenere la crescita economica e l’occupazione. Un esempio? Lo stato degli investimenti riguardanti le infrastrutture. Dove si discute di trasporti, dove si analizza lo stato dei lavori delle misure di intervento decise dai più alti livelli istituzionali che interessano il nostro territorio? In quale luogo la classe dirigente ionica si ritrova per rinsaldare quella alleanza strategica tra istituzionali locali, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali di cui tanto si parla? A queste osservazioni è purtroppo facile replicare: non esiste un luogo di confronto in cui si discute di queste tematiche.
Eppure ne abbiamo un disperato bisogno. Perché Taranto e la sua provincia continuano ad essere isolati dal punto di vista logistico: perché i collegamenti con gli aeroporti pugliesi, Bari e Brindisi, continuano ad essere inefficienti; perché abbiamo a disposizione lo scalo di Grottaglie ma ancora non siamo in grado di sfruttarne a pieno le potenzialità e non certo per responsabilità di soggetti istituzionali ionici; perché ancora non sappiamo come e in quale misura gli investimenti programmati dal ministero della Difesa potranno arrecare un beneficio non solo immediato ma di medio e lungo periodo al nostro territorio. E stessa cosa dicasi per il destino dell’area portuale tarantina. All’isolamento logistico si somma, diremmo così, quello politico, altrettanto grave e penalizzante.
Come si capisce da questi pochi esempi, non ci riferiamo a disquisizioni ontologiche ma a temi che se correttamente declinati, in termini di impegno comune e di qualità degli investimenti, potrebbero finalmente cambiare – e in positivo – il nostro futuro. Perché parliamo appunto di sviluppo, di posti di lavoro e della possibilità delle nostre imprese di creare ricchezza per il territorio ionico.
Ma per fare tutto questo abbiamo appunto bisogno di un Tavolo di Concertazione per consentire al Comune di Taranto e alla Provincia, alla Camera di Commercio, ai sindacati e alle associazioni datoriali di ritrovarsi e fare sintesi. Un organismo snello che sia in grado di qualificare la sua attività parlando di progetti e di investimenti, ma anche capace di fare il punto sul cronoprogramma relativo a quelle opere non ancora completate ma lungamente attese dalla comunità ionica. A che punto è, per esempio, la Regionale 8? E ancora: del progetto per la costruzione del nuovo ospedale cosa sappiamo? A quali principi e obiettivi sono state improntate le relazioni industriali con Arcelor Mittal e le altre realtà produttive operanti nell’area tarantina?
A queste domande occorre fornire delle risposte: il Tavolo di Concertazione potrebbe essere il luogo privilegiato in cui formularle.
Taranto,18 Gennaio 2019 Il consigliere comunale e provinciale
Piero Bitetti