E’ una Nadia Toffa più consapevole e più vicina alla realtà difficile della città, quella che ritroviamo questa mattina alla cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria nel “Salone degli Specchi”. Una sala gremita che la applaude fin dai primi attimi in cui entra sorridente ed emozionata; oltre alla stampa locale e nazionale, sono presenti molti cittadini e i tanti sostenitori dell’associazione “Tutti gli amici del Mini Bar” dei Tamburi che, per l’occasione, hanno indossato la t-shirt “IE JESCHE PACCE PE TE!!” simbolo del legame tra la “iena” e i tarantini << Io ho sempre detto di sentirmi tarantina, ora lo posso affermare senza dire questa bugia bianca. Amo questa città, è la capitale della Magna Grecia: ci sono bellezze, c’è cultura. E’ una città meravigliosa che hanno martoriato, ma che si saprà rialzare perché i tarantini sono forti. Ho imparato tanto da loro. Ho imparato da questa città e dai genitori che portavano i bambini nei viaggi della speranza a Bari a fare chemio e radioterapia. So cosa vuol dire curarsi, si soffre. Questi bambini hanno una forza immane. E’ per questo che ci sarò sempre per questa città, ancora più di prima. Voi avete insegnato a me, io sono una combattente, ma anche voi siete combattenti tosti >>.
Un legame a doppio filo quello che la lega alla città di Taranto: la giornalista vive un momento molto difficile della sua vita e negli ultimi anni si è fatta portavoce dei problemi ambientali della città.
Nadia, con quale stato d’animo sei arrivata questa volta a Taranto? << Emozionata. Io son sempre emozionata quando vengo qui. Amo Taranto e quando vedo i due mari e passo sopra il Ponte Girevole per me è sempre un’emozione, mi si illuminano gli occhi. Però questa volta è stato molto diverso. Io ho sempre detto mi sento tarantina, ho il cuore rossoblù. Però questa volta lo sono davvero tarantina, è una cosa diversa >>.
Che significa sentirsi davvero tarantina? << Sai cosa è la pietas? La pietas è mettersi “nei panni di”. Non è facile ovviamente. Quando ho conosciuto queste persone mi son messa nei loro panni, nelle loro difficoltà. Mi facevano vedere i terrazzi dove tiravano su con la calamita le polveri. Ogni giorno spazzavano, i panni erano neri. C’è il cimitero rosa a Tamburi. Quando vedi queste cose e ti immedesimi davvero, però. Perché ovviamente non è facile. Perché viverlo sulla propria pelle è un’altra cosa, però ci si può arrivare vicini. Se davvero lo fai col cuore puoi immedesimarti in cosa vuol dire: cosa vuol dire una mamma che tutti i giorni spazza e prova a tener pulito e trova i panni neri e ai vestitini bianchi di un neonato che diventano neri, lì stesi fuori >>
La cittadinanza onoraria – approvata con mozione unanime dal consiglio comunale nel febbraio 2017 – è stata conferita alla Toffa per il grande impegno profuso sulle tematiche ambientali della città. Nel 2016 prese il via una campagna benefica, quando Nadia arrivò in città per raccogliere informazioni sui problemi vissuti dagli abitanti del quartiere Tamburi e per raccontare il dramma ambientale. Fu allora che prendendo un caffè al “Mini Bar” di Ignazio e ascoltando le storie delle persone, le venne regalata la t-shirt, che Nadia indossò in una puntata delle “Iene”. Nacque così l’idea del proprietario Ignazio assieme a suo fratello, che coinvolse Nadia Toffa come simbolo e portavoce in tutta Italia, nella gara di solidarietà “IE JESCHE PACCE PE TE!!” << Mettetevi nei panni, provateci per un istante. Una bambina con i capelli lunghi, che fa chemio e radio, perdere ciocche. Io a lei ho pensato quando ho perso la prima ciocca di capelli>> – La Toffa si riferisce ad una bambina di 6 anni di Taranto che lo scorso anno aveva raccontato ai microfoni delle “iene” la sua vita in corsia e la battaglia contro la malattia – <<Gabriellina poi mi aveva detto: “Nadia poi mi sono ricresciuti più forti di prima, più belli di prima”. Io ho pensato a lei e ho detto “Ce l’ha fatta Gabriellina, io con le spalle larghe e adulta, pure io ce la devo fare”. Non è facile perdere i capelli. La prima ciocca che ti rimane in mano ti lascia un segno, però aveva ragione Gabriellina: son cresciuti più belli di prima, più forti di prima. Ma va bene così, la vita bisogna prenderla per quella che è. C’è qualcuno sopra di noi che decide per noi e se un destino è segnato, quella è la tua vita. La puoi solo vivere al meglio. Quello che tu puoi fare è mettercela tutta >>
Grazie alla Campagna benefica “IE JESCHE PACCE PE TE!!” furono vendute 11mila magliette e raccolti 337mila euro per finanziare il reparto di Oncoematologia pediatrica al SS. Annunziata <<Ho semplicemente indossato la maglietta in trasmissione e da lì poi è nata una magia, una favola. Siamo riusciti a costruire un reparto che era necessario, fondamentale. Impensabile che non ci fosse in una città come Taranto. Ora c’è e queste famiglie hanno un supporto. Perché già è difficile affrontare il cancro e so di cosa parlo. Bisogna curare i feriti di una guerra. Questa città ripartirà dai quartieri più martoriati: Paolo VI, Tamburi, perché i tarantini si sanno rialzare. Sarà possibile grazie a voi >>.