L’europarlamentare 5 stelle ha ancora il coraggio di difendere le posizioni del suo Ministro Di Maio sull’Ilva, nonostante persino il PD abbia dovuto esprimere solidarietà ai suoi colleghi attaccati brutalmente dal loro elettorato deluso, preso in giro e umiliato. Inutile ribadire il cambio di rotta evidente: dalle balle sulla riconversione con gli scivoli d’acqua sull’altoforno raccontate in campagna elettorale, alla firma definitiva messa sul contratto preparato da Calenda e reso possibile solo grazie ai decreti del PD che hanno mantenuto in piedi l’Ilva, obbligandola a dimezzare la produzione e l’inquinamento dopo averla, i governi del PD, espropriata ai Riva. Nulla è cambiato, se non in peggio, di quel contratto con il ministro Di Maio; anzi, i piani ambientali, che con i ministri del PD sono sempre stati condivisi con le associazioni locali – come dimostrano innumerevoli incontri al ministero dei tarantini sin dalla gestione Clini – si sono conclusi con un addendum ambientale che nessuno ha potuto vedere, e che è stato giudicato peggiorativo dai tecnici. Avevano promesso i poliziotti ambientali, ma si sono persi insieme a tutte le altre bugie. Se era così deleterio l’operato del PD per salvare Ilva perché il Ministro Di Maio ha riconfermato, pur essendo nei suoi poteri cambiarli, i tre commissari Ilva e quello per le bonifiche? E se Rosa D’Amato ha già in mano il piano di ricerca – perché sempre e solo di ricerche parliamo, mai di fatti – per la riconversione, a cosa serve un nuovo istituto di ricerca a Taranto, solo e sempre per produrre nuove ricerche? Andremo sicuramente a Bruxelles per prenderne visione, visto che quando lo ha presentato a Taranto si è blindata in una conferenza stampa a porte chiuse a cui non ha partecipato neppure uno dei 5 stelle tarantini. Quanto alle primarie, le nostre sono libere e aperte a tutti, non giochiamo sulla piattaforma rousseau per far decidere a Casaleggio parlamentari che, come si è visto, non vengono riconosciuti dalla stessa base e che hanno dimostrato di non saper nulla del territorio.
Infine, quanto al vergognoso riferimento al “finire alla sbarra”, è sufficiente per classificare il buio giacobinismo nell’approccio alla giustizia dei dirigenti 5 stelle. Una visione oscurantista e forcaiola che ha calpestato col solo linguaggio secoli di lotte illuminate per le garanzie e i diritti. Il processo giudicherà, a meno che, oltre alla prescrizione, non ci vogliano togliere grado per grado anche legittima difesa e innocenza, fino a senza definitiva.
avv. Giampiero MancarelliSegretario provinciale PD di Taranto