Militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo “per equivalente” – ex art. 321 c.p.p.-, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un totale di 651 mila euro, nei confronti di 2 responsabili amministrativi di un’azienda agricola di Ginosa (TA), di 4 funzionari pubblici e di 2 persone di Castellaneta (TA) beneficiarie di erogazioni pubbliche.
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Taranto – dr. Giuseppe Tommasino, su proposta del P.M. della locale Procura della Repubblica – dr. Remo Epifani, consegue ad indagini eseguite dal citato Nucleo, all’esito delle quali è stato scoperto un sistema di truffa a danno dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), Ente pubblico economico con sede a Roma la cui attività consiste nel promuovere lo sviluppo delle aziende agricole, consentendo l’acquisto di terreni rurali con la concessione di mutui agevolati.
In particolare, è stato accertato che l’ISMEA ha acquistato taluni terreni dalla suindicata azienda agricola di Ginosa ad un prezzo esorbitante rispetto alle normali valutazioni di mercato, in relazione ai rapporti di valutazione tecnica redatti da tre funzionari dello stesso Ente ed avallati da un funzionario della Regione Puglia.
Tali terreni sono stati poi ceduti a 2 persone fisiche residenti a Castellaneta (TA), risultate poi soci della citata azienda agricola ginosina.
Le due persone, padre e figlia, nel contempo, per sostenere l’acquisto dei terreni, hanno ottenuto dall’ISMEA un finanziamento agevolato con pagamenti rateali, dei quali veniva di fatto onorata soltanto la prima rata.
In sostanza il disegno truffaldino da parte dell’azienda agricola di Ginosa, è consistito nel vendere terreni all’ISMEA ad un prezzo esorbitante per poi ricomprarli, a mezzo di propri soci, ad un prezzo agevolato e con una rateizzazione che non sarebbe mai stata onorata. Il tutto con la compiacenza di funzionari pubblici e causando così un impoverimento delle casse dell’Ente.
All’esito dell’attività, le suindicate 8 persone sono state tutte denunziate in concorso all’Autorità Giudiziaria per i reati di “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (art. 640 bis C.P.) e “Falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico” (art. 482 C.P.).
L’ammontare complessivo del decreto di sequestro preventivo è pari al totale del profitto del reato.