Al grido di “su Taranto è calato il silenzio”, di Taranto vorrebbero parlare solo loro. A sproposito.
Immunità penale, bambini, mercificazione del dolore. Una vetrina politica più che un corso di aggiornamento per avvocati.
Campagna elettorale, insomma. Come il M5S qualche mese fa. E tutti abbiamo visto il risultato. Travestire un comizio politico da corso di aggiornamento ha consentito a qualcuno di evitare il dibattito con l’amministrazione comunale e le associazioni ambientaliste, quelle vere.
Un monologo, praticamente.
In cui l’immunità penale è stata trattata e discussa come fosse la Constitutio criminalis Carolina.
Eppure il commissario UE Manfredi ha pienamente fatto chiarezza su cosa sia e quali siano gli effetti della cosiddetta Immunità penale e che ha ritenuto ben individuabili in caso di violazione – e dunque senza immunità che tenga – le responsabilità del gestore.
Le condotte poste in essere in attuazione del piano ambientale non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa.
Detto in altri termini, ILVA, rectius AMI, non ha licenza di inquinare ma deve eseguire tutte le opere e le migliorie che vadano a risolvere decenni di incuria, inquinamento e silenzio.
Il silenzio di una intera comunità che ha tollerato, taciuto per un benefit economico, una casa al mare o per avere denaro a sufficienza mandare i figli all’università. Fuori sede.
Tutta la politica di quegli anni è colpevole. Ma rischia di esserlo anche quella attuale quando si limita a speculare. Il M5S che aveva promesso l’eliminazione dell’immunità penale ed ha disatteso ogni impegno. Ma lo fa anche chi si limita a parlare di immunità penale per fare demagogia e non individua valide soluzioni.
Noi riteniamo che si debba partire dalla VIIAS, dalla Valutazione Integrata dell’Impatto Ambientale e Sanitario, scelta obbligata per coniugare tutela della salute e lavoro. E lo facciamo senza piangerci addosso e senza speculare sui bambini.
Perché anche io ho una bimba di due anni, anche io combatto da 18 anni con una patologia tumorale ma mai e poi mai ho speculato su questi temi alla ricerca di una facile applauso. Io punto alle soluzioni, non alla demagogia. Ci batteremo affinché il Governo centrale ascolti le nostre proposte partendo proprio dalla VIIAS.
Basta speculare sui bambini di Taranto.
Vogliono aiutare Taranto? Investano in infrastrutture, cultura, ci consentano di sviluppare altri settori economici non legati al siderurgico.
Non vi consento di usare mia figlia e gli altri bambini di Taranto come scudo politico. E se dovete venire a Taranto a parlare di ambiente fatelo nelle sedi in cui il dibattito possa essere costruttivo e non meramente distruttivo dell’immagine di una città che lotta ogni giorno per allontanare le ombre del passato, immaginando e realizzando un nuovo futuro in cui l’ambiente, la salute ed il lavoro possano coesistere nel rispetto del diritto di ciascun cittadino a godere delle stesse opportunità di benessere.
Avvocato Francesca Viggiano
Assessore Ambiente e salute del Comune di Taranto.