Le dimissioni del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, all’indomani delle consultazioni per l’elezione del presidente della Provincia, intendiamo considerarle il gesto “dell’uomo Rinaldo”, giustificato dalla delusione.
Nonostante le sue dimissioni siano ritenute un “atto dovuto”, in considerazione dei numeri che non consentirebbero di governare in modo concreto Palazzo di città, dove prima della “resa dei conti”, molto più di qualcosa era stata fatta per Taranto rispetto ai tempi biblici trascorsi in passato.
Pertanto invitiamo il nostro Sindaco di tornare sui suoi passi, riflettere evitando di chiudere il cerchio di un disegno politico architettato in modo, peraltro confuso, da franchi tiratori. Confermando la sua decisione, il sindaco altro non farebbe che il gioco del presidente Emiliano.
Al Presidente Emiliano in questo momento chiediamo massimo supporto per TARANTO.
Un supporto però vero e leale, che Lui da amministratore dovrebbe garantire ad ogni comune piccolo o grande della Puglia.
Quindi rimanga fuori dal capitolo delle dimissioni del sindaco, o quantomeno non intervenga sulla questione con toni così sgradevoli ed ironici che fanno purtroppo comprendere che il suo desiderio è “altro”, denotando, lui sì, fame di potere e grande irresponsabilità amministrativa.
Lo sanno infatti anche i bambini che ad un comune (e a quello di Taranto in particolare che Bari ha sempre considerato una colonia da gestire) non si augura mai di interrompere una consiliatura soprattutto ad una con lo stesso colore politico.
Un sindaco non si giudica se ci è simpatico o subalterno, ma da come amministra e l’amministrazione Melucci dopo solo poco più di un anno e dopo aver raccolto una eredità drammatica ottenendo, sino ad ora, risultati considerevoli.
Moltissimi dei detrattori di oggi sono gli artefici dei passati fallimenti di Taranto, Emiliano eviti di far salire questi individui sul suo carro che doveva essere anche il nostro, ma non certamente alle condizioni di convogliare i “moderati” del centro destra in liste civiche utili al momento del bisogno, leggasi trattative con soggetti politici in marcia sulla corsia di sinistra.
Le dimissioni del sindaco, che rispettiamo ma sulle quali vogliamo ragionare fuori dal senso di tradimento giustamente avvertito a caldo, sono state ordite da uno strumento subdolo al quale evidentemente hanno fatto ricorso mestieranti della politica per colpire l’organo cittadino eletto direttamente dal popolo. Le elezioni per la scelta del presidente della Provincia, vengono al contrario, demandate ai sindaci e consiglieri di tutti i comuni della provincia. Quella del presidente, dunque, è una “elezione indiretta”, una sorta di delega – considerando l’esito delle urne – non sufficientemente rispettata.
Quei franchi tiratori che hanno perso la bussola nel tratto di strada da Palazzo di città a Palazzo della provincia, oggi manifestassero apertamente, motivandola, la loro posizione non più in sintonia con il sindaco: in cosa sarebbe cambiato il senso di fiducia riposto in Melucci in un anno e mezzo di governo cittadino? Al Partito Socialista, tale comportamento adottato inorridisce e lo ritiene subdolo.
E’ proprio su un simile aspetto che invitiamo il nostro primo cittadino a riflettere.
La Città non può concedersi il lusso di perdere ancora altro tempo
rispetto alle istanze avanzate dalla stessa popolazione, sulle quali si è lavorato e si sta lavorando; non può permettersi nuove elezioni, commissariando il Palazzo, e rimandando di fatto la serie di progetti, lunga, messa in cantiere in un anno e mezzo di attività amministrativa.
E’ il momento, invece, di rinnovare un patto di fiducia sui temi già concordati quali il rilancio del porto, il risanamento della Città Vecchia, il riordino della macchina amministrativa ed il potenziamento dei servizi in periferia, la gestione dell’accordo ILVA nelle parti riguardanti il coinvolgimento degli Enti Locali, la elaborazione del P.U.G., il piano triennale del verde, il piano delle infrastrutture delle periferie, l’attuazione dei piani di zona, il distretto urbano del commercio le attività di animazione attese dai commercianti per il periodo natalizio ecc.
C’è da lavorare. E anche questo può essere per Melucci motivo di orgoglio, tale da fargli accettare una seconda, decisiva sfida, lanciatagli da parte di quanti lo hanno colpito alle spalle, giammai da un elettorato che invece lo ha indicato quale primo cittadino per cinque anni.
GLI ORGANISMI PROVINCIALI E CITTADINI DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO