La fabbrica delle stelle
Nella lingua di Dante un influencer è letteralmente un influenzatore, colui che detta moda e tendenze di massa legando oggetti alla propria immagine, gradita e molto apprezzata; chi indirettamente suggerisce idee e prodotti avvalendosi della simpatia e dei consensi riscontrati.
Se fossimo nel mondo reale potremmo paragonare un influencer al leader di una comitiva di amici, quello più simpatico, più seguito, quello che sa sempre cosa proporre per trascorrere una serata piacevole e per questo tenuto in molta considerazione dal gruppo.
Nel mondo virtuale dei social network questo ruolo lo rappresenta una persona che posta ogni giorno video, foto, messaggi dai contenuti tematici interessanti, originali, inediti; elargisce consigli, recensioni e influenza le opinioni di chi ripone in lui tutta la propria fiducia, proprio perché lo considera slegato da ogni interesse di sorta.
Probabilmente si diventa influencer per puro caso, per manie di esibizionismo piuttosto che per una reale esigenza di condivisione delle proprie conoscenze o della propria arte.
Non è da tutti raggiungere lo scopo, anche se non sono richieste conoscenze approfondite o titoli accademici, contano molto le doti comunicative e la popolarità degli argomenti trattati.
Dalla moda al make-up, dall’informatica alla canzone, dalla cucina alla fotografia, ogni personaggio può legarsi ad un argomento, rafforzandosi sempre più in quello che alla fine rappresenta, nel costume che veste.
I suoi profili social devono essere sempre aggiornati, le giornate lavorative piene poiché la creatività non guarda l’orologio, le aziende gli affidano dei prodotti da recensire per farne una tendenza, per promuoverli con la formula del consiglio per gli amici (Referall Marketing) o semplicemente indossandoli.
Anche se molto spesso lavora da casa, un influencer ha una vita molto attiva, organizza, pensa, partecipa ad eventi, si informa ed elabora argomenti convincenti; non può fermarsi mai, dal momento che la chiave per il successo personale consiste proprio nella costanza delle sue presenze online.
Con questo tipo di lavoro alcuni influencer riescono a guadagnare cifre a 5 o anche a 6 zeri, tutto sommato una vita abbastanza agiata a fronte di un lavoro che sa più di hobby che di fatica vera e propria.
L’ideale, una fortuna, la manna scesa dal cielo per persone comuni, che fino a qualche anno fa non contavano minimamente su un’ascesa tanto rapida e verticale, resa facile anche dalla pratica di comprare follower Instagram.
Il futuro della comunicazione si basa sempre più sull’endorsement generato da questi personaggi, che risulta molto efficace in quanto a credibilità rispetto alla pubblicità classica, che di contro si basa sul potere persuasivo di personaggi famosi dello spettacolo o della tv.
Uno studio di Annalect e Twitter del 2016 ha appurato che un post su Youtube o su Instagram di un influencer genera più vendite rispetto ad uno spot classico del 40%; questo spiega il fiume di soldi che le aziende sono disposte a sborsare puntando su illustri sconosciuti che però abbiano tanti follower sul web.
Insomma, una bella vita quella dell’influencer, piena di soldi, soddisfazioni, esente dalle tribolazioni quotidiane e indenne dalla disoccupazione che dilaga tra i suoi stessi sostenitori.
Ma sarà tutto oro quello che luccica? Sono realmente tanto privilegiate queste nuove star? Ci sono dei risvolti della medaglia?
L’album di Meredith
Kerith Lemon, in un corto di circa 8 minuti, racconta la storia di Meredith, una influencer che vive la propria vita tra la quotidianità e Instagram, rimanendo attiva sui social per buona parte della giornata, pubblicando foto bellissime ed in una quantità smisurata.
Un giorno Meredith, svegliandosi, realizza che la sua vita è divenuta solo una raccolta di fotografie, che tutto quello che la circonda è falso e la sua stessa vita non ha un senso, una dimensione vera, una propria coscienza.
Meredith si riscopre prigioniera del proprio brand, una gabbia seppur dorata che la circonda, la trattiene, che non le consente di vivere la propria vita.
Essena O’Neill, in un video postato su Youtube, si racconta, spiega tutto il falso della sua vita, le origini del proprio malessere interiore. Quando la propria immagine viene costruita sulla base di quello che rappresenta il marchio associato, se l’equilibrio tra la vita reale e quella finta creata ad hoc comincia ad incrinarsi, il lato umano va in sofferenza, la stessa immagine diviene insostenibile.
È un po’ come raccontare bugie su bugie e raggiungere un punto di insostenibilità creato proprio dal numero enorme di fandonie, che non riescono più ad incastrarsi.
Vivere all’interno di un brand anziché svolgere una vita normale può talvolta mandare in crisi l’influencer, che inizia il proprio declino con una sensazione di rimorso per finire in una spirale di vuoto e di depressione.
Essena O’Neill è stata sommersa da dislike in seguito alla pubblicazione di quel video, molti suoi fans non le hanno creduto, pensando all’ennesima trovata ad effetto; rimane il fatto che da allora Essena non sia più comparsa in rete.
Qualcosa di simile accade da sempre anche a molte star del cinema e della musica, sono centinaia i dannati di Hollywood vittime di droghe, alcool, star suicide o quanto meno depresse.
Oggi siamo già alla seconda generazione di influencer, non più artisti sciolti e dal libero arbitrio sulle proprie condotte professionali, ma guidati da agenzie nate appositamente per la gestione della moltitudine di personalità ormai presenti sui social.
L’agente/regista individua il personaggio giusto per la campagna di un certo prodotto, poi detta la scaletta di interventi e qualche volta addirittura progetta una storytelling relativa all’oggetto da promuovere.
Con questi presupposti la vita di un influencer diviene un Grande Fratello permanente, in qualche modo viene letteralmente a cadere lo spirito stesso con cui è nato il ruolo; come per tutte le cose, quando spinte al massimo diventano insostenibili.
Se ci aggiungiamo che queste persone sono anche vittime di haters e stalkers, che vivono perennemente sotto minacce più o meno attendibili di elementi avversi, il quadro si completa.
Alla luce di tanto, decisamente i risvolti negativi nella vita di un influencer sono anche troppi; forse la loro vita non è poi così felice e spensierata come la immaginiamo.