Ci sono già comuni nella nostra provincia che hanno cambiato passo, che gestiscono virtuosamente il ciclo dei rifiuti, che si sono lasciati alle spalle l’idea di una mobilità “hard” per dare spazio a percorsi ciclabili o a scuole con rastrelliere, che hanno investito in rinnovabili, in riqualificazione urbana, che hanno recuperato castelli o palazzi, che hanno eliminato il bitume dai centri storici, che hanno piantato alberi per ogni bambino nato, o hanno progettato una rifunzionalizzazione degli spazi pubblici rendendoli a dimensione d’uomo e bambino.
Così l’idea del modello Taranto, che in questi giorni di campagna elettorale il cerchio magico del sindaco Rinaldo Melucci ha voluto proporre come prodotto da esportare nelle “colonie” della provincia, è onestamente un difetto di visione e persino di corrispondenza alla realtà (82° posto per Taranto città nel rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente e Il Sole 24 Ore – ndr) che non si può abbuonare a chi si candida a diventare presidente dell’ente provinciale.
La Taranto virtuosa esiste già e lui sembra non essersene accorto, difettando di quella sorta di “imperialismo” politico-culturale, che gli impedisce di vedere oltre al suo naso, o di lavorare concertando con altri (e non solo con l’ex presidente Tamburrano) le azioni da porre in atto.
Il Sindaco di Taranto potrebbe solo imparare da molti sindaci del suo territorio, dove da anni si sperimentano, a fronte di carenze economiche, formule di condivisione delle soluzioni attraverso ad esempio le Unioni dei Comuni. Guardiamo a quel modello, noi, perché è una risposta già pronta che potremo utilizzare in futuro per le sfide che il territorio si troverà davanti.
Già oggi, anzi, quel modello sarebbe stato il miglior baluardo a difesa del destino di centinaia di lavoratori che, dall’avvicendamento tra ILVA e Mittal, hanno guadagnato una insopportabile emarginazione: un fronte comune, una voce sola, il destino del territorio come unica vocazione. Melucci, invece, tace. Perchè non è abituato alla condivisione e lo conferma la sua storia politica, in realtà molto breve perché risalente ad appena un anno e mezzo fa, quando dal nulla della sua inesistente militanza spuntò una candidatura a sindaco.
A testimonianza di ciò potremmo chiedere ai suoi alleati della prima ora, a quelli sedotti in fase di ballottaggio, o addirittura a chi riponeva in lui tante speranze di cambiamento, per poi vedere replicare nelle scelte di vita amministrativa del Comune e ora in questa sua candidatura a braccetto con Tamburrano, tutto il peggio della politica locale di questi ultimi anni. Una doppia maschera indossata con nonchalance, anche rispetto al peso che rivestono in politica foto “rubate” e video compromettenti: quando toccò al suo avversario alle amministrative, tutto era lecito; oggi che tocca a lui, l’indignazione è incontenibile…
Per questo ci appelliamo a tutti i consiglieri comunali di Taranto e della provincia. A quelli che ne fanno una questione di colore partitico, a quelli che non conoscono il modo di agire dell’uomo politico Melucci.
Noi voteremo per Giovanni Gugliotti. Lo faremo sulla base di un programma discusso e al quale abbiamo apposto la firma soprattutto da cittadini rappresentanti di questa terra. Crediamo che sia finito il tempo di essere i “burattini” di qualcuno, per essere protagonisti del cambiamento. Il bene comune sia il faro di questa competizione elettorale di secondo livello che interroga però le coscienze di ognuno di noi. Buon voto a tutti.
Martedì 30 ottobre 2018
Stefania Baldassarri – Consigliere comunale di Taranto
Tony Cannone – Consigliere comunale di Taranto
Floriana De Gennaro – Consigliere comunale di Taranto
Cosimo Festinante – Consigliere comunale di Taranto
Cataldo Fuggetti – Consigliere comunale di Taranto
Marco Nilo – Consigliere comunale di Taranto
Mario Pulpo – Consigliere comunale di Taranto
Federica Simili – Consigliere comunale di Taranto
Massimiliano Stellato – Consigliere comunale di Taranto
Giampaolo Vietri – Consigliere comunale di Taranto