“Chi oggi pensa che il Decreto Dignità sia un vulnus per i lavoratori di Teleperformance Taranto non solo dimostra di non essere coerente con la storia di quella azienda ma soprattutto perpetra una propaganda pretestuosa dove i lavoratori sono solo un ripiego per attaccare la riforma del lavoro di turno. In poco più di dieci anni Teleperformance Taranto è diventata la seconda realtà occupazionale della città, passando per varie riforme del lavoro, da contratti a tempo indeterminato ai contratti a progetto che hanno spremuto fino a dove era possibile i dipendenti dell’azienda solo per arrivare a segnare il termine delle campagne pubblicitarie. Poi è dilagato il fenomeno della delocalizzazione e infine il Jobs Act del governo Renzi che ha falcidiato il mondo del lavoro. Ai contestatori del Decreto Dignità che, secondo loro, si abbaterebbe in maniera più che negativa sulla vita dei lavoratori Teleperformance, dico che sarebbe meglio giocarsi la carta della sincerità con questi dipendenti, smettendola di strumentalizzare una riforma che non ha niente a che fare con le conseguenze che denunciano, perché la visione dei ‘polli in batteria’ all’interno dei call center c’è sempre stata. Il punto a Taranto, da un po’ di tempo a questa parte, è sempre uno: si guarda il dito di chi indica la luna, i posti a rischio sarebbero comunque stati a rischio nel lungo periodo, non certo per colpa del Decreto Dignità. La questione del lavoro all’interno dei call center e, più in generale in Italia è a monte e, il Decreto Dignità anche con la reintroduzione delle causali spinge il datore di lavoro a rivalutare il contratto a tempo indeterminato. Entriamo infine nel merito dei limiti imposti al contratto di somministrazione, oltre alle causali obbligatorie per l’imprenditore che stipula un rapporto di lavoro per più di dodici mesi, si prevede che il contratto dovrà avere una durata massima di 24 mesi e potrà essere prorogato al massimo per quattro volte, inoltre il numero di lavoratori assunti con contratto di somministrazione a tempo determinato non potrà eccedere il 30% dell’intero organico”. Lo dichiara la deputata Alessandra Ermellino del Movimento 5 Stelle.