“Dopo l’Ilva, la Tap. Due problematiche complesse sulle quali il Movimento 5 Stelle, nelle campagne elettorali per le regionali e soprattutto per le politiche, aveva espresso una posizione netta e forte, a differenza di altre formazioni politiche, e per questo riscosso un consenso plebiscitario nel tarantino e nel Salento. Ma arrivati al Governo e al momento della verità, quegli impegni e quelle promesse sono state clamorosamente disattese e tradite, ed è ben comprensibile l’indignazione di elettori e militanti che oggi strappano le tessere e chiedono le dimissioni di chi li ha ingannati.
E non possono reggere scuse puerili e invenzioni stucchevoli come penali inesistenti per giustificare voltafaccia che sono ancora più beffardi, aggiungono ulteriore malafede a dilettantismo.
È il totale fallimento di un cambiamento promesso e atteso ma che si è rivelato solo un’esca per acquisire voti e potere con il trucco, e per poi essere negato. Che dovrebbe far riflettere anche i nostri colleghi del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, sconfessati nei loro slogan e cavalli di battaglia e negli show nell’aula diventati un boomerang difficile da dimenticare”.