In vista delle elezioni per la carica di presidente e consiglieri provinciali la nostra Federazione intende fare alcune considerazioni ed esporre la nostra linea politica.
In primis c’é da considerare che i piani pasticciati del Governo Renzi non sono andati a buon fine (grazie alla sconfitta referendaria) e così oggi le Province continuano a esistere.
Tutt’altro che abolite, nonostante gli slogan, in questi anni sono rimaste in un limbo.
Il sacrificio sull’altare dell’antipolitica (al grido di “eliminiamo le poltrone”) ha prodotto un taglio quasi totale agli stanziamenti lasciandone però quasi intatte le competenze in tema di edilizia scolastica, ambiente, viabilità, centotrentamila chilometri di strade e seimila scuole da gestire senza soldi.
A Brindisi, ad esempio, gli studenti delle superiori hanno rischiato, lo scorso anno, di farsi l’inverno al freddo perché i fondi provinciali per pagare il riscaldamento non erano sufficienti
La legge Delrio, del 2014, ha trasformato le province in enti di secondo livello, senza elezioni dirette e dunque senza che i cittadini possano eleggerne i rappresentanti; strana soluzione adottata da un partito che nel nome, richiama i valori della democrazia.
Il tutto alla faccia della rappresentanza e del suffragio universale.
Questo sistema è per noi, già un elemento di grave distorsione del rapporto tra cittadini e istituzioni, ma va ad aggiungersi ad una condizione del sistema politico altrettanto preoccupante.
In Provincia di Taranto ad esempio, dove si eleggerà il nuovo Presidente, il 60% dei Consiglieri Comunali è stato eletto in liste civiche, spesso senza alcuna collocazione nè a destra e ne a sinistra, e non fa riferimento a nessuna formazione politica.
Ciò sta riducendo il confronto per le candidature alla presidenza a creazione di comitati elettorali in un continuo e nauseante percorso di convincimento del singolo Consigliere Comunale, e questo in alcuni casi, produce spaccature anche in ciò che resta dei partiti politici.
Come l’elezione di 5 anni fa, anche questa volta si rischia che una parte dei compagni di partito di un candidato, votino per il candidato della parte opposta.
Il Partito Comunista Italiano della Provincia di Taranto si sottrae a questa modalità, richiamando i protagonisti all’ obbligo di ridare dignità e autorevolezza alla politica.
Ci stiamo rendendo conto che un dibattito sui “programmi”, sulle “cose da fare,” in un contesto nel quale le responsabilità sono importanti e le risorse veramente scarse, non trova spazio, non esiste. Eppure, in un territorio come quello tarantino, il dibattito su cosa la Provincia potrebbe fare in tema di ambiente dovrebbe da solo monopolizzare la discussione tra le forze politiche. Così come potrebbe da solo rappresentare un programma politico la necessità di intervento sulla fatiscenza delle scuole (per denunciare questa situazione, nei giorni scorsi gli studenti hanno anche manifestato) o lo stato della viabilità e dei collegamenti tra le diverse cittadine e tra queste e le più importanti infrastrutture (ospedali, stazioni, aeroporti, zone industriali, ecc.).
Senza parlare dell’importanza di una discussione sul futuro dei lavoratori dell’Ente Provincia destabilizzati dalla “cancellazione” a metà, operata dal Governo Renzi-Del Rio.
Noi non intendiamo partecipare a “comitati elettorali” costruiti su posizioni di potere dei singoli candidati alla Presidenza. Rivendichiamo la necessità che la politica torni a indirizzare seriamente la vita pubblica e l’amministrazione dello Stato e dei suoi Enti. Pertanto, invece di parlare di candidature preferiamo parlare delle nostre proposte programmatiche sia nelle province che anche dai singoli comuni.