Si è svolta nel pomeriggio del28 settembre in piazza Masaccio la conferenza stampa indetta dal gruppo Tamburi Combattenti sul gas radon rilevato in tre scuole del quartiere Tamburi. Genitori e cittadini hanno chiesto l’immediato trasferimento, in via temporanea, di alunni e personale scolastico in sedi più idonee. Come proposto anche prima dell’avvio dell’anno scolastico, il nostro gruppo ritiene necessaria l’attivazione di un servizio navetta, a spese del Comune di Taranto, che prelevi dai rispettivi plessi scolastici gli alunni, e li riporti negli stessi luoghi dopo aver effettuato ore di lezione altrove. Tale provvedimento, dovrebbe terminare solo dopo la fine dei lavori per l’abbattimento di gas radon nelle suddette scuole e solo successivamente ad ulteriori misurazioni che garantiscano la salubrità dei luoghi in modo da garantire sia il diritto alla salute che quello allo studio.
Il gas radon si lega agli agenti presenti nell’aria e, a contatto con l’organismo, rilascia radioattività nelle cellule. La sua pericolosità per la salute è ben nota da decennni. Un documento elaborato nell’ambito del progetto dell’OMS “International Radon Project” a cui hanno partecipato oltre 100 esperti di 35 Paesi di diversi continenti, propone un “livello di riferimento di 100 Bq / m3 per ridurre al minimo i rischi per la salute”.
Il radon, aggiungendosi agli inquinanti presenti nel quartiere, aggrava una situazione già a rischio per la salute dei cittadini, soprattutto nelle giornate di wind days in cui vengono riversate sulla comunità polveri di minerali, di rifiuti speciali e di amianto. E proprio questo assurdo binomio, come facilmente prevedibile, ha generato una situazione di ambiguità e contraddizione: da un lato, la necessità di tenere le finestre chiuse per impedire lo spolverio nelle classi, dall’altro la necessità di arerare i locali per far diminuire il gas radon. Ne è risultato che il 25 e 26 settembre la maggior parte dei genitori hanno scelto di non mandare i propri figli a scuola. Il diritto alla salute ed il diritto allo studio, sono stati negati ulteriormente ai figli cresciuti ai piedi della fabbrica.
Trattandosi del quartiere Tamburi, già fortemente compromesso dalle industrie, stiamo valutando di richiedere modifiche alla legge della regione Puglia 30/2016 e di proporre, altresì, un nuovo disegno legge regionale, al fine di avere una normativa dettagliata e più cautelativa sul tema wind days che ad oggi è regolato in maniera superficiale da due ordinanze sindacali che anziché limitare l’inquinatore, limitano i diritti inviolabili dei cittadini.
Entro pochi giorni presenteremo alla Procura della Repubblica un accurato esposto a cui allegheremo le firme di chi vorrà aderirvi affinchè si faccia piena luce su questo caso. Insieme al nostro gruppo, hanno già aderito associazioni come Peacelink, Comitato di quartiere Tamburi, Giustizia per Taranto, LiberiAmo Taranto, Genitori Tarantini ed altre si uniranno a breve. Illustreremo alla Procura la narrazione dei fatti accaduti sino ad oggi ed allegheremo i documenti ottenuti tramite gli accessi atti al fine di rilevare eventuali responsabilità.
Infine ci offriamo di tutelare, coadiuvati da avvocati che si sono già resi disponibili gratuitamente per tali scopi, di tutelare i genitori degli alunni qualora dovessero essere raggiunti da eventuali provvedimenti riguardanti le assenze scolastiche avvenute in queste settimane.