Il Coordinamento Nazionale Difesa dell’Unione Sindacale di Base (USB) e l’Associazione Dipendenti Difesa (ADD), rappresentati rispettivamente da Costantino Ferrulli e dall’avvocato Giovanni Moscagiuro, hanno scritto una lettera indirizzata al Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, richiedendo un incontro urgente per esporre e mettere fine a quelle che sono le ingiustizie subite in questi anni dai dipendenti A1. Di seguito il testo integrale della lettera.
Gent.mo, Ministro, il 2019, come annunciato dal Ministro della Pubblica amministrazione, Sen. Giulia Bongiorno, sarà l’anno delle assunzioni. Il Ministero, infatti, sta studiando un maxi piano di reclutamento, tramite concorso pubblico, che anticiperebbe al prossimo anno le assunzioni previste per il triennio 2019-2021. Preso atto di tale opportunità, inevitabilmente il Dicastero della Difesa potrebbe essere indiscutibilmente penalizzato a causa delle restrizioni imposte dalla Legge 244/2012 e i decreti discendenti attuati vi n. 7 ed 8 del 2014 oltre a precludere , ancora per l’ennesima volta, l’impossibilità per il Personale civile di Prima Area Funzionale, fortemente discriminata in questi anni, di poter transitare nell’Area immediatamente superiore, tra l’altro “a costo zero”, come
dicasi per i Funzionari, in possesso dei requisiti previsti, ai quali, in ottemperanza ai dettami previsti dall’art. 12 del precitato D.Lgs 8/2014, è riservato il 50% da inserire nei prossimi bandi di concorso per i Dirigente di 2° Fascia. Considerata, inoltre , la necessità del ricambio generazionale al Personale operante nell’Area Tecnico Industriale degli Stabilimenti, degli Arsenali e dei Centri di manutenzione, la cui età media è al di sopra dei 55 anni, il cui lavoro è cruciale per garantire l’efficienza dello Strumento Militare in un settore di “eccellenza” Nazionale, riteniamo necessario garantire, tramite la riapertura delle ex Scuole Allievi Operai, prevista dal Codice dell’Ordinamento Militare (D.lgs 66/2010), che venga assicurato il “travaso” di competenze tra maestranze “anziani” e “giovani”, per non disperderne il prezioso bagaglio professionale. Infine, si evidenziano rilevanti criticità nella trasmissione dei dati riguardanti gli emolumenti del
Personale civile, in cui quasi la totalità dei dipendenti non ha percepito quanto spettante, come comunicato anche dalla Direzione Generale per il Personale Civile, oltre a gravi violazioni della Privacy, già poste alla Sua C.A.