Acquisito l’esito positivo della consultazione sull’accordo sindacale per Ilva, Taranto ed il suo territorio hanno il forte bisogno di guardare avanti, senza ulteriori divisioni ma ricercando l’unità tra le varie sensibilità politiche, sociali, economiche, istituzionali, ecc.
C’è necessità di forte coesione, capace di salvaguardare gli interessi generali e di lavorare insieme per il rilancio dell’area ionica, grazie ad uno sviluppo vero, diversificato, sostenibile, in grado di offrire opportunità a tutti.
Le polemiche, che qualcuno tenta di attizzare, non servono!
In un Paese dove imperversano i tuttologi e tutti sono commissari tecnici della Nazionale, ingegneri, medici, sindacalisti, andrebbero scongiurati atteggiamenti di contrarietà preconcetta, auspicando invece che ciascuno possa fare il proprio mestiere con competenza e professionalità senza pensare di sostituirsi sempre ad altri.
Nella citata vertenza esistono due dati incontrovertibili: l’accordo sindacale e l’esito referendario, che hanno sancito una volontà chiarissima di ripartenza con un esercizio di massima corresponsabilità e consapevolezza.
Con il 94% di voti espressi a favore dell’Accordo, i lavoratori del siderurgico ionico hanno condiviso l’azione sindacale e suggellato definitivamente quanto sottoscritto al Mise il 6 settembre u.s., dando così l’avvio contrattualizzato all’era Arcelor Mittal che, in ogni caso, aveva già acquisito il diritto di gestire l’attività produttiva dello stabilimento.
Risultato, quello della consultazione, conquistato indiscutibilmente grazie ai contenuti dell’accordo, frutto del confronto e dell’impegno di chi, in azienda, come i tanti delegati, ogni giorno ci mette la faccia, perché convinti che occupazione, ambiente, salute e sicurezza potevano e possono essere affrontate e risolte contestualmente.
Un ruolo impegnativo anche quello di Rsu e di tanti semplici iscritti, che hanno lavorato per l’esito positivo del referendum, dialogando ininterrottamente con i lavoratori, come hanno fatto i nostri delegati Fim Cisl.
Un lavoro svolto, come sempre, in pieno spirito confederale con i vari livelli della nostra organizzazione, con grande senso di responsabilità, di equilibrio, ponendo sempre al centro il bene comune, cercando continuamente soluzioni per tutti e mai anteponendo logiche di parte o disfattiste.
Come Cisl, a tutti i livelli, continueremo questo percorso, come è avvenuto nella trattativa, consapevoli che ora serve solo continuare a lavorare per raggiungere tutti gli obiettivi, coinvolgendo lavoratori e cittadini nella fase successiva di verifica per il rispetto dell’Accordo, vista anche la dotazione ingente di risorse di oltre 4 miliardi di euro, del piano industriale, occupazionale, ambientale e sicurezza.
Verifica che a breve vedrà coinvolte la Fim Cisl con le altre categorie metalmeccaniche nella definizione del bacino dei lavoratori da assumere, nei prossimi mesi, rispetto a coloro i quali sceglieranno l’incentivo all’esodo.
A tutto ciò si collega, come effetto domino, la vertenza che diventa sempre più preoccupante dell’appalto e dell’indotto Ilva, che coinvolge altri comparti produttivi come i servizi (pulizie, mense, ecc..) gli edili, i trasporti con l’area portuale annessa e riguarda migliaia di lavoratori e tantissime aziende ormai al limite della sopravvivenza economica o di imprese che ormai chiudono, con la conseguente espulsione dal mondo del lavoro già di centinaia di lavoratori, la parte meno garantita sul versante degli ammortizzatori sociali.
Emergenze, anche queste, che necessitano di risposte immediate per le quali Cgil Cisl Uil nazionali, nei giorni scorsi, hanno provveduto ad inviare una richiesta di incontro al ministro Luigi Di Maio ed ai Commissari Straordinari.
Iniziativa importante quest’ultima, perché complementare a quanto metterà in campo nella programmazione degli investimenti Arcelor Mittal, impegnata oggi ad affrontare la questione ambientale, sanitaria, della rigenerazione urbana e dello sviluppo territoriale.
Rispetto a tale questione sarà anche indispensabile riprendere il confronto sul Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis) per l’area di crisi di Taranto che è in fase di stallo, non essendo ancora chiara la volontà del Governo Conte riguardo al se e al come, riconvocarlo.
Nel Cis, sono allocate per esempio, risorse sulle bonifiche e sulla costruzione del nuovo ospedale San Cataldo e con la relativa applicazione della clausola sociale – art. 9 del Contratto – esso potrebbe effettivamente salvaguardare, garantire e tutelare lavoratori e imprese del territorio.
D’altro canto auspichiamo che la preannunciata Legge speciale per Taranto da inserire nel prossimo Documento di Economia e Finanza (Def) come dichiarato a gran voce dal ministro Di Maio, si manifesti effettiva occasione di progettazione e di investimenti finanziari aggiuntivi per il territorio ionico, con scelte prioritarie cui come sindacato intendiamo partecipare.
Insomma, tantissimi sono gli impegni in campo, anche concomitanti, che non ci spaventano ma per risolvere i quali occorre fare presto, bene e tutti insieme.
Taranto, 18 settembre 2018