La FP CGIL Taranto a seguito della approvazione del Disegno di legge AREU sul Sistema dell’Emergenza – Urgenza in Puglia, ha iniziato le prime assemblee tra i lavoratori delle associazioni di volontariato impegnate da anni nel settore del soccorso.
L’idea della FP CGIL Taranto è quella di creare un gruppo di lavoro, coinvolgendo tutti i lavoratori e volontari che operano nel settore, che porti alla luce proposte concrete e non demagogiche, da avanzare alla Regione Puglia per garantire stabilità lavorativa, occupazionale e salariale dei lavoratori del settore della Emergenza – Urgenza, nell’ottica della ottimizzazione delle risorse in un sistema che abbia chiari elementi di trasparenza sia nella logica dell’appalto che in quella dell’ affidamento in Convenzione alle Associazioni, come avvenuto sino ad oggi.
Emerge come priorità il tema della “stabilizzazione” dei rapporti di lavoro del personale delle associazioni di volontariato, sia esso lavoratore con un contratto di lavoro di natura subordinata, ma anche di quello utilizzato sotto varie forme, eufemisticamente definito “Volontario”.
Lo stesso disegno di Legge regionale istitutivo dell’AREU, rinvia a successivi atti regolamentari la individuazione di soluzioni che possano da un lato contemplare la necessità di avviare a compimento tale processo, e contestualmente considerare numerosi aspetti anche di evidenza costituzionale.
Al di là di facili scorciatoie, si raccoglie la sensibilità di alcuni rappresentanti politici, ma gli stessi devono necessariamente sollecitare l’apertura di una sede di confronto istituzionale che affronti nodi importanti che altrimenti rischierebbero di inficiare qualunque favolistica promessa.
Ci riferiamo a tutta la materia in termini di accesso agli impieghi della Pubblica amministrazione, e comunque delle Società partecipate, che non può prescindere, anche alla luce della granitica giurisprudenza della Corte costituzionale, dalla selezione pubblica. A meno che non si voglia considerare il personale, definito soccorritore, inquadrabile contrattualmente in una categoria bassa. A tutto ciò si aggiunge la definizione di criteri che individuino i “requisiti” per rendere eventualmente “stabilizzabili” gli attuali soccorritori-volontari. Quali e chi?
Non deve inoltre sfuggire la problematica afferente alla individuazione della figura professionale del Soccorritore. Da tempo sono aperti, a livello nazionale, tavoli di confronto circa la definizione dello specifico profilo, che dovrebbero stabilire percorsi formativi e professionalizzanti quale figura sanitaria.
Si può pensare di rimanere ancorati alla vecchia formazione regionale stabilita nel lontano 1993?
Potrebbe non bastare la formazione “fatta in casa”, Linee Guida e di indirizzo devono orientare il legislatore regionale, in attesa di percorsi unici per tutto il territorio nazionale.
Come FP CGIL rivendichiamo la piena rappresentanza delle questioni esposte che devono portarci ad affrontare, con il consenso di tutte le parti, nei prossimi mesi irrisolte questioni anche di tipo finanziario.
Tutte queste sono operazioni a costo zero? Come affermato dai vertici regionali amministrativi della Sanità?
Serietà, trasparenza e coerenza deve essere l’impegno per tutti, lontano dal clamore delle prossime campagne elettorali.