Un carico di conflittualità che certamente non fa bene a quell’idea di città nuova che tutti professiamo a parole ma non perseguiamo nei fatti. Il rischio è che vi voglia investire in questo territorio provando a dedicarsi a un nuovo modello di sviluppo, vada via per sempre scoraggiato dall’impossibilità di agire anche di fronte a iter procedurali lineari e corretti.
Interviene così sulla polemica dei giorni scorsi circa la nascita di un porticciolo turistico in località San Francesco degli Aranci, il presidente di ANCE Confindustria Taranto, Paolo Campagna.
Dell’insediamento che ha incontrato l’opposizione di alcuni abitanti della zona, se ne parlerà in Consiglio comunale il prossimo lunedì e il messaggio dell’ANCE sembra, a tal proposito, un chiaro appello alla ragione.
Siamo alle solite – spiega Campagna – anni per ottenere permessi, per formulare precisazioni, correzioni al progetto e per terminare iter autorizzativi lunghissimi e farraginosi, accompagnati da conferenze di servizio con tutte le autorità e gli organi di controllo preposti, e poi ritrovarsi a distanza di tutto questo tempo a dover mettere in discussione l’intero investimento, buttando alle ortiche tutte le energie economiche e professionali profuse. E’ una dinamica che nuoce a tutti, e nuoce soprattutto ad una città che ha bisogno di alternative possibili, basate anche sul coraggio di chi vuole investire andando oltre l’“ossessione” della monocultura.
Una dinamica – continua il presidente di ANCE – che nuoce però e soprattutto all’impresa che di fronte a tali stop, comprende che per investire a Taranto non basta attendere decine di anni, non basta rispettare norme e previsioni di piano, non basta rispondere a prescrizioni, acquisire innumerevoli pareri e valutazioni e non serve conquistare un esito positivo nel procedimento autorizzativo, perché basterà il venticello del dubbio per bloccare la macchina, tutti i buoni propositi, e la speranza di uno sviluppo economico-produttivo e occupazionale differente.
Da sempre come ANCE invochiamo rigore, specie negli aspetti che riguardano l’eco-sostenibilità delle opere – sottolinea Paolo Campagna –Mettere tutto in discussione rischia di far avvitare ancora questa città su se stessa, vittima di conflittualità, disfattismo e qualunquismo che non possiamo più permetterci. E’ il tempo della lucidità, del dialogo, della collaborazione, e del rispetto verso chi coraggiosamente come imprenditore, aderendo a tutti i valori di legalità e certezza delle norme, sogna per Taranto un futuro differente.